Roma - In campagna elettorale si definiva "moderato e prudente" e nel luglio scorso Hassan Rohani e' entrato nella storia come il presidente che e' riuscito a portare l'Iran fuori dall'isolamento e a ricucire i rapporti con l'Occidente, grazie all'accordo sul nucleare. Il 67enne leader iraniano ha mosso anche i primi passi verso il disgelo con gli Stati Uniti, a partire dalla telefonata fatta a Barack Obama dopo l'insediamento.
Eletto al primo turno nel giugno del 2013 con il 50,7 per cento dei voti, ha preso le redini della Repubblica islamica dopo Mahmoud Ahmadinejad, con la promessa di "ridare dignita' al Paese". Rohani e' nato a Sorkheh il 12 novembre del 1948 da una famiglia di oppositori dell'allora scia' di Persia, Reza Pahlavi, il presidente della Repubblica islamica e' un religioso sciita e un giurista. Politicamente di tendenza moderato-riformista, fa parte dal 1987 del movimento della Societa' dei Chierici militanti. In precedenza, aveva militato nel Partito islamico repubblicano. "La trasparenza e' la chiave per aprire un nuovo capitolo di mutua fiducia", aveva promesso nel suo primo discorso da presidente. "Sono qui per stabilire un governo di saggezza e speranza, per amore di un Iran islamico, per salvare l'economia, per avere un'interazione costruttiva con il mondo e ristabilire la moralita' nella societa'". Rohani, tra il 2003 e il 2005, ha ricoperto l'incarico di capo negoziatore per il dossier sul nucleare. Il raggiungimento di un accordo con il 5+1 e' stato in cima alla sua agenda improntata su una politica estera volta al dialogo con l'Occidente. (AGI)
(22 gennaio 2016)