Roma - L'Italia avrà sostegno iraniano nella sua candidatura come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu per il biennio 2017-2018. Il via libera e' stato dato dallo stesso presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso del colloquio al Quirinale con Sergio Mattarella. Le rivali dell'Italia sono Svezia e Olanda.
Dal colloquio al Quirinale è emerso anche il comune impegno per battere il terrorismo di Daesh (Isis) "Il terrorismo e' la minaccia piu' grave e piu' impellente alla comunita' internazionale" ha sottolineato Mattarella. Da parte sua Rohani ha ribadito che "tutti devono combattere senza ambiguita' questa piaga tagliando facendo terra bruciata attorno a Daesh".
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Libia - Finche' non ci sara' un governo scelto dai libici sara' difficile prestare aiuto alla Libia. E' la sottolineatura fatta da parte italiana nel corso dei colloqui al Quirinale, ai quali era presente anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. La questione libica e' stata fra i principali punti toccati nell'incontro insieme alla Siria, al Libano, all'Afghanistan e allo Yemen e all'Iraq. Una volta raggiunto un equilibrio interno al Paese, e' stato anche ribadito, si potra' agire piu' efficacemente nella lotta al terrorismo e ai mercanti di esseri umani.
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In una Roma blindata per l'occasione, e' cominciata la 'due giorni' di Hassan Rohani in Italia. Una visita -la prima di un presidente iraniano in Europa da vent'anni e la prima all'estero del dopo-sanzioni- lo portera' anche in Vaticano e Francia e, secondo lo stesso Rohani, coincide con "un momento storico". Lasciando Teheran, alla guida di una vasta delegazione di ministri ed imprenditori, Rohani aveva detto che "l'Iran vuole utilizzare l'atmosfera positiva" creata dall'accordo sul nucleare e dalla fine del regime sanzionatorio per la crescita e lo sviluppo del Paese: l'Iran vuole "approfittare al massimo di ogni occasione di sviluppo per il Paese e il lavoro per i giovani, rafforzando la cooperazione economica e facilitando gli investimenti delle societa' italiane e francesi. Questo viaggio in Italia e Francia serve a questo fine". E ha confermato che "accordi importanti e di lungo termine saranno firmati con l'Italia e la Francia" non solo per gli investimenti in Iran ma sul "trasferimento di tecnologie" all'Iran. Per Teheran si tratta, con l'Italia, di rilanciare gli storici legami partiti dal seme piantato da Enrico Mattei nel 1957, con la sua politica della condivisione paritaria dei proventi petroliferi. Collaborazione proseguita per decenni ed interrotta solo per il rispetto delle sanzioni internazionali che ha allentato ma mai rotto le relazioni.
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Alla colazione di lavoro al Quirinale hanno partecipato, oltre a Gentiloni, una delegazione di ministri tra cui quello degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, il responsabile del Petrolio, Bijan Zankaneh, e il ministro dell'Industria. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ricevera' stasera Rohani in Campidoglio. Sara' l'occasione per testare il nuovo volto dell''Iran, non solo mercato appetibile, ma potenza imprescindibile per gli equilibri regionali: il Paese piu' stabile del Medio Oriente, un tempo elemento del problema, oggi parte della soluzione.
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Domani un'altra giornata-chiave: prima un business forum con gli imprenditori italiani, poi alle 11 l'incontro con papa Francesco, la seconda visita in Vaticano di un presidente iraniano da quando nel 1999 fu ricevuto Mohammad Khatami. L'Iran e' un Paese musulmano al 98 % (gran parte sono di confessione sciita, 86,1%; i sunniti sono il 10%), ma la liberta' garantita alla minoranza cristiana e' senz'altro maggiore rispetto ad altri Paesi della regione, anche se non mancano problemi. Il nunzio apostolico a Teheran, Leo Boccardi, che stamane ha accolto Rohani a Fiumicino insieme a Gentiloni, non ha esitato a parlare di "atmosfera nuova". "In Iran c'e' ancora spazio disponibile per dialoghi fruttuosi con il mondo islamico. E in ogni caso le Chiese hanno una liberta' di culto, che e' impossibile vedere altrove: sono sicure, nessuno le tocca e non c'e' terrorismo". Francesco, appena due settimane fa, nel discorso al Corpo Diplomatico, ha lodato gli accordi sul nucleare e incoraggiato il ruolo che il Paese puo' svolgere a favore della pace nella regione, a cominciare dalla Siria. . (AGI)
(25 gennaio 2016)