Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato un controverso disegno di legge, conosciuto come "legge sulla nazionalità ebraica".
Martedì, la commissione congiunta della Knesset e del comitato per la Costituzione, la legge e la giustizia aveva approvato una modifica del testo, sulla base di un accordo raggiunto domenica tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro dell'Istruzione Naftali Bennett. In virtù di tale intesa, il comma b dell'articolo 7 contenuto nella proposta di legge era stato sostituito da un altro che si limita a promuovere gli insediamenti ebraici invece di consentire l'esclusione degli arabi dagli insediamenti.
Tra le altre misure contenuta nella norma, la lingua ebraica diventa lingua ufficiale del Paese, relegando l'arabo a una lingua con "status speciale" che permette il solo accesso a servizi statali. Inoltre la legge dichiara Gerusalemme capitale d'Israele, riconosce diverse festività ebraiche e stabilisce il calendario ebraico come quello ufficiale del paese. La norma ha lo stesso rango di una legge costituzionale.
Nei giorni scorsi, il presidente israeliano Reuven Rivlin aveva inviato una lettera alla commissione congiunta della Knesset e del comitato per la Costituzione, la legge e la giustizia dicendo che tale testo avrebbe potuto danneggiare il popolo ebraico e Israele. Un commento di Emanuele Giaufret, capo della delegazione diplomatica dell'Unione in Israele, è costato all'ambasciatore Ue nello stato ebraico una convocazione al ministero degli Esteri israeliano, che lo ha accusato di aver usato un linguaggio dispregiativo. Il diplomatico aveva detto che la norma "puzzava di razzismo" e avrebbe potuto danneggiare la reputazione internazionale di Israele.