Le Fiji dichiarano guerra all’inquinamento globale e al cambiamento climatico con una nuova, ambiziosissima, legge. In ballo, assicura il ministro per l'economia e per i cambiamenti climatici, Aiyaz Sayed-Khaiyum, c’è la sopravvivenza stessa dell’arcipelago. La normativa, presentata mercoledì in Parlamento, prevede un taglio massiccio delle emissioni entro il 2050, restrizioni severe sull’uso della plastica e programmi di rilocazione per le comunità a rischio che vivono sulla costa.
Nel suo discorso al Parlamento, Aiyaz Sayed-Khaiyum ha puntato il dito contro la comunità internazionale, definendo “irresponsabile ed egoistico” il fallimento del tentativo di fissare un tetto di 1, 5 gradi al riscaldamento globale. “Ora più che mai dobbiamo dare ascolto agli scienziati e non ai negazionisti del clima o a coloro che sono motivati da interessi politici e da tornaconti personali”.
Il disegno di legge verrà presentato al Parlamento a settembre e il governo auspica di trasformarla in legge entro dicembre. Se così sarà, dal 1 gennaio 2020 le Fiji metteranno al bando i sacchetti di plastica non riciclabile, mentre dal 2021 sarà vietato il polistirolo. La legge prevede anche un aumento del 150% di tasse sulla plastica: "Incoraggiamo l'uso di cestini della spesa e di borse riutilizzabili realizzati e tessuti in particolare da donne artigiane delle Fiji”, ha affermato Sayed-Khaiyum, aggiungendo che entro il 2030 il 30% delle zone economiche speciali saranno trasformate in aree marine protette gestiste in maniera “sostenibile”.
Le dichiarazioni del ministro anticipano di una settimana il Forum delle Isole del Pacifico (PIF) che si terrà a Tuvalu e a cui prenderanno parte i leader dei Paesi del Pacifico. Tra questi, il primo ministro australiano Scott Morrison e Frank Bainimarama, primo ministro delle Fiji ed ex presidente della COP23, influente organo climatico delle Nazioni Unite per la lotta al cambiamento climatico. Di frequente, negli ultimi anni, Bainimarama ha criticato l’Australia per aver messo i propri interessi economici prima della delicata questione climatica e del benessere dei vicini del Pacifico, che sono esposti in prima linea nella crisi climatica. Nel 2015, in un attacco al vetriolo, Bainimarama ha dichiarato: “"Il governo australiano sembra intenzionato a mettere al primo posto i propri interessi economici… Il “Paese fortunato” ha deciso di rimanere fortunato, a spese dei suoi sfortunati vicini dell’isola". Le Figi sono state le prime al mondo a combinare il ministero dell'economia con quello dei cambiamenti climatici. Questo perché "comprendiamo il rapporto tra un'economia forte e un clima stabile", ha affermato Sayed-Khaiyum, che detiene entrambi i portafogli.
Il ministro ha poi auspicato di ottenere il sostegno unanime in Parlamento, in modo da inviare un messaggio chiaro al mondo e rappresentare un modello da emulare.