L'"Isis delle steppe", quei 3-4mila jihadisti provenienti dai Paesi ex sovietici dell'Asia centrale, si sta affermando come una grande minaccia terroristica contro l'Occidente. Quella della pista ciclabile di Manhattan è la quarta strage in cui è coinvolto un uzbeko nell'ultimo anno, compreso l'attentato alla discoteca di Istanbul di Capodanno. In questo caso a colpire è stato Sayfullo Saipov (scheda), emigrato negli Usa nel 2010.
Uzbekistan, il primo sostenitore di Isis in Asia centrale
L'Uzbekistan, Stato dell'ex Unione sovietica che confina anche con l'instabile Afghanistan, è considerato il primo sostenitore del Califfato nell'Asia centrale. I militanti uzbechi sono sicuramente tra i più attivi per numero di attentati compiuti in giro per il mondo nell'ultimo anno.
- Abdulkadir Masharipov, nato in Uzbekistan, ha confessato di aver ucciso 39 persone nella discoteca Reina a Istanbul lo scorso Capodanno.
- Akbarjon Djalilov, 22enne russo nato da famiglia uzbeca, è stato ritenuto il responsabile dell'esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo, il 3 aprile 2017, causando la morte di 13 persone. Ucciso anche l'attentatore.
- Quattro giorni dopo, un altro cittadino uzbeco, Rakhmat Akilov, ha lanciato un camion contro la folla nel pieno centro di Stoccolma, in Svezia, uccidendo cinque persone. Le autorità uzbeke hanno dichiarato che aveva legami con l'Isis.
- E solo pochi giorni fa un altro 27enne dell'Uzbekistan, residente a New York, è stato condannato a 15 anni di prigione per legami con l'Isis in Iraq e in Siria.
È una lunga storia quella che lega il terrorismo islamico al Paese dell'Asia centrale. La principale bandiera che raggruppa i combattenti islamisti è quella del Movimento islamista dell'Uzbekistan (Imu): fondato alla fine degli anni Novanta, è nella lista americana dei gruppi terroristici. Nel 2015 ha giurato formalmente fedeltà al califfo Al Baghdadi. Secondo l'Onu, alcuni suoi leader hanno avuto ruoli apicali nell'Al Qaeda di Bin Laden.
Tra gli altri, il gruppo ha rivendicato la sua partecipazione all'attacco all'aeroporto internazionale di Karachi, Pakistan, nel giugno 2014 in cui sono morte 37 persone. Inoltre, l'Imu è stato accusato per una serie di attentati avvenuti nella capitale uzbeca Tashkent nel 1999 e nel 2004. Tuttavia il gruppo non è riuscito a creare una base nell'ex Asia Sovietica centrale e molti dei suoi membri si sono trasferiti in Afghanistan.
I combattenti islamisti sono stati arginati negli anni passati dalla dura repressione del presidente Islam Karimov, morto nel 2016. Attualmente l'esercito del Paese più popoloso della regione è poco attrezzato per fronteggiare attacchi che possono debordare dall'Afghanistan, dove l'Isis sta consolidando la sua presenza con una violenta campagna di attacchi. Una vicinanza che rende l'Uzbekistan ancora più minaccioso per la sicurezza dell'area e non solo.