Gli impegni che Teheran ridurrà, in relazione all'accordo nucleare internazionale, sono sostanzialmente due, spiegati dal presidente della Repubblica Islamica, Hassan Rohani, in un discorso trasmesso sui canali televisivi del Paese: l'Iran, ha detto, "rinuncerà a due azioni che ha portato avanti fino ad oggi: ogni volta che la nostra produzione di uranio arricchito ha raggiunto i 300 chili, l'abbiamo venduta a due Paesi, oggi lo sospendiamo; e smettiamo anche di vendere acqua pesante".
I punti 26 e 36 dell'accordo, ha sottolineato, consentono all'Iran di ridurre i suoi impegni se le altre parti non adempiono ai loro obblighi. Se entro 60 giorni i Paesi del cosiddetto 5+1 (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia, Cina e Germania) riusciranno a eliminare le sanzioni bancarie e permettere all'Iran di esportare nuovamente greggio, Teheran tornerà a rispettare i due impegni. Altrimenti, ha precisato Rohani, si andrà avanti verso una ulteriore riduzione: "Non manterremo l'arricchimento dell'uranio al 3,67% e completeremo noi stessi il reattore ad acqua pesante di Arak", ha detto.
Situato 240 km a sud-ovest di Teheran, il reattore di Arak è sempre stato una spina nel fianco per la comunità internazionale, perché Teheran almeno sulla carta potrebbe estrarre plutonio arricchito dal suo combustibile esaurito e così fabbricare la bomba atomica. La Repubblica Islamica ha deciso di disattendere parte dei suoi impegni in polemica con le nuovi sanzioni imposte dagli Stati Uniti e con l'Unione Europea, accusata di non aver difeso l'intesa a sufficienza.