L'Iran contrattacca dopo l'uscita degli Stati Uniti l'8 maggio scorso dall'accordo sul nucleare firmato nel 2015. L'ayatollah Ali Khamenei ha annunciato che Teheran ha ordinato di dare il via ai preparativi per riprendere l'arricchimento dell'uranio, precisando che "per ora" si muove "ancora nell'ambito dell'intesa Jcpoa". Parole pronunciate dalla guida suprema iraniana davanti alla folla accorsa dal mausoleo di Khomeini nell'anniversario della sua morte. Khamenei ha anche avuto toni duri contro l'Europa che, a suo avviso, sta cercando di ingannare l'Iran, pretendendo che continui ad accettare i limiti al nucleare, senza godere dei vantaggi economici.
Poche ore dopo, il capo del programma di sviluppo nucleare, Ali Akbar Salehi, ha notificato all'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) che la Repubblica islamica intende aumentare il numero delle sue centrifughe nucleari per accrescere la capacità di arricchire l'uranio. "Se le condizioni lo permettono, forse domani notte a Natanz, possiamo annunciare l'apertura di un centro di produzione di nuove centrifughe", ha affermato, sottolineando che la decisione di Teheran "non viola l'accordo" del 2015.
Salehi ha puntualizzato che l'avvio del processo di produzione "non significa che cominceremo ad assemblare le centrifughe". L'accordo infatti prevede che, nell'arco del primo decennio, Teheran possa costruire parti delle centrifughe senza però renderle operative, e che possa continuare ad avere un arricchimento dell'uranio al 3,67%, molto al di sotto del 20% cui era arrivata in precedenza (il 90% è la soglia per l'arma nucleare).
Netanyahu in tour diplomatico
Nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, in una lettera aveva esortato la comunità internazionale a opporsi al "bullismo di Washington" per salvare l'intesa, frutto di "colloqui multilaterali meticolosi, sensibili e bilanciati" e che non puo' essere rinegoziata, come vogliono gli Usa. L'Ue ha criticato duramente la decisione di Washington di uscire dall'intesa e ristabilire dure sanzioni economiche verso Teheran, minacciando di colpire anche i Paesi che fanno affari con l'Iran.
Bruxelles, insieme a Mosca e Pechino, ha dichiarato più volte che resterà nell'accordo e sta cercando di rassicurare Teheran, che tuttavia ha posto tutta una serie di condizioni per continuare a mantenere gli impegni presi, tra cui la salvaguardia dei commerci con l'Iran e garanzie sulle vendite di greggio. Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu è impegnato in un tour europeo per fare pressioni contro Teheran. Lunedi' a Berlino ha incontrato la cancelliera, Angela Merkel, che ha ribadito che l'accordo nucleare è la via per sventare le ambizioni atomiche di Teheran, riconoscendo che le attività iraniane in Medio Oriente preoccupano, specie per la sicurezza di Israele. Oggi Netanyahu vede Macron a Parigi.