Almeno sei persone sono rimaste uccise e circa 200 ferite negli scontri a Giacarta seguiti alla rielezione del presidente indonesiano Joko Widodo. Lo ha reso noto il governatore della provincia omonima, Anies Baswedan, dopo aver visitato l'ospedale Tarakan nel centro della capitale indonesiana. Secondo la polizia, almeno 60 persone sono state arrestate.
Il candidato presidenziale sconfitto, l'ex generale Prabowo Subianto, ha accusato Widodo di frode elettorale (le elezioni si sono svolte il 17 aprile) e ha annunciato che presenterà un ricorso davanti alla Corte costituzionale. Martedì i suoi sostenitori hanno manifestato nelle strade: le proteste, cominciate in maniera pacifica, sono sfociate nelle violenze nella notte quando i sostenitori di Prabowo, guidati da gruppi islamici, si sono radunati davanti alla sede dell'Agenzia per la supervisione elettorale nella capitale e della commissione elettorale.
La polizia ha parlato di "provocatori" ma gli scontri sono stati molto violenti, costringendo gli agenti a usare gas lacrimogeni. In mattinata la tensione è proseguita: diverse migliaia di persone hanno lanciato sassi e bottiglie molotov alla polizia, che ha risposto sparando palline di gomma e lacrimogeni. La situazione si è calmata con l'arrivo di un contingente di soldati che si è interposto tra la polizia e i manifestanti.
Circa 32.000 agenti proteggono la sede delle due istituzioni con veicoli a filo spinato e antisommossa, in attesa di nuove proteste nel corso della giornata. Le rivolte si sono verificate dopo che la Commissione elettorale ha confermato la vittoria di Widodo, con il 55,5% dei voti, rispetto al 44,5% ottenuto da Prabowo, che si è rifiutato di riconoscere il risultato elettorale. L'agenzia per la supervisione del processo elettorale ha escluso che vi siano state irregolarità amministrative.