Due casi di stupro tengono da giorni l'India in stato di shock. E nonostante i due casi siano avvenuti diversi mesi fa, costringono il Paese a confrontarsi con problemi che vanno oltre la violenza sessuale: il lato oscuro della società indiana e un altro male endemico, l'impunità della classe dirigente.
Da giorni nel Paese si susseguono manifestazioni che ricordano, anche se in tono minore, lo stupro di gruppo e l'omicidio di una ragazza, una giovane studentessa di medicina, a New Delhi nel 2012, un caso che ebbe risonanza mondiale. In Uttar Pradesh, uno Stato sterminato, molto povero e notoriamente corrotto, un parlamentare molto influente dal partito del primo ministro Narendra Modi è stato accusato di aver violentato un'adolescente nel mese di giugno nel distretto di Unnao.
L'interesse per la vicenda è rinfocolato questa settimana perché il padre della ragazza, che era in stato di fermo, è morto in carcere dove era finito perché non aveva accettato di far cadere la denuncia. Intanto la sedicenne ha cercato di darsi fuoco per protesta dinanzi al governatorato dello Stato. Sull'onda della pressione mediatica, il caso è finito in mano agli inquirenti del CBI, l'equivalente indiano dell'FBI.
Il deputato accusato, Kuldeep Singh Sengar, nega le accuse: "Sono persone di basso livello. È un complotto di delinquenti". E solo sabato è stato messo in stato di fermo cautelare. Con lui è stata fermata anche un donna, una collaboratrice, che secondo la madre della vittima, avrebbe attirato con l'inganno la ragazza; ed è stato arrestato anche uno dei fratelli del deputato, eletto 4 volte nell'Uttar Pradesh, che avrebbe picchiato il padre della ragazza.
Più a nord, nello Stato indiano del Jammu e Kashmir, a gennaio è stato ritrovato il corpo di una ragazzina di otto anni appartenente ad una tribù nomade. Era andata nella foresta a cercare dei pony perduti e non è più tornata.
Secondo l'accusa della polizia, la bimba è stata rapita da locali che l'hanno tenuta in cattività per cinque giorni in una capanna e poi in un tempio indù; e in questo suo lungo calvario, diversi uomini, tra cui anche un agente di polizia, l'hanno ripetutamente violentata. La sua fine è stata brutale: strangolata, con la testa schiacciata da una pietra. Sono stati arrestati otto uomini: secondo gli inquirenti, il gruppo voleva terrorizzare i Bakerwals, pastori nomadi e musulmani e scoraggiarli dallo spingersi nella loro regione.
La brutale aggressione ha provocato la rabbia del mondo politico e della società civile. Ma il primo ministro Modi, un nazionalista indù, non ha parlato su nessuno dei due casi.
La violenza sessuale è una piaga della società indiana: ogni anno vengono denunciati circa 40.000 casi di stupro, ma secondo gli osservatori i dati ufficiali sono solo la parte visibile di un iceberg, conseguenza della radicata cultura del silenzio che permea la società indiana sul tema. L'ultimo caso sta emergendo proprio in queste ore: abbandonato in un campo, è stato ritrovato il corpo di una bambina di 11 anni, con 86 ferite inferte. L'autopsia ha rivelato che è stata probabilmente tenuto a lungo sequestrata, brutalizzata anche nelle parti intime e poi strangolata.