Il processo per l'impeachment al presidente degli Stati Uniti comincerà martedì al Senato. È la terza volta che si arriva a questo punto nella storia americana, dopo quelli contro Andrew Johnson e, un secolo dopo, Bill Clinton. Nel 1974, il presidente Richard Nixon, si dimise prima che il Congresso potesse esprimersi. Nessun presidente americano è stato mai dichiarato colpevole.
Ed ecco una piccola guida per seguire il processo.
Il via
Martedì alle 12.30 con l'ingresso dei senatori in aula. Il processo per l'impeachment partirà ufficialmente alle 13, quando in Italia saranno le sette di sera. Primo atto su cui il Senato sarà chiamato a esprimersi, la votazione sulla risoluzione legata alle procedure e presentata dal leader della maggioranza, il repubblicano Mitch McConnell. Alcuni senatori hanno già visto il testo, ma nessuno ha voluto renderne pubblici i contenuti. I Democratici punteranno sulla presenza dei testimoni e questo dovrebbe essere il tema centrale delle prime schermaglie.
Chi interverrà
Al processo potranno intervenire i sette rappresentanti dell'accusa, votati dalla Camera, e i sette rappresentanti della difesa scelti dal presidente Donald Trump. Diritto di parola avrà anche il giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, che presiederà il processo. Sarà vietato a tutti i presenti in aula l'uso dello smartphone e di qualsiasi dispositivo elettronico.
Cosa si discuterà
Trump è accusato dai Democratici di due "alti crimini": "abuso di potere", per aver usato i fondi per la sicurezza destinati all'Ucraina, come leva per ottenere dal governo di Kiev indagini su un avversario politico, Joe Biden, e il figlio, Hunter. E "ostruzione al Congresso", per aver vietato a testimoni di rispondere alla convocazione delle commissioni della Camera, e non aver consegnato documenti legati al caso al centro dell'impeachment.
I tempi
Nel '99 il processo a Bill Clinton al Senato duro' cinque settimane, questo potrebbe durare molto meno, forse una settimana. I repubblicani sarebbero intenzionati a contingentare i tempi degli interventi per andare a una rapida votazione. Bastano 51 voti su 100 per dichiarare chiuso il processo. E i Repubblicani al Senato sono 53. Ma i Democratici daranno battaglia per accogliere le testimonianze. In questo caso lo scontro, secondo le previsioni fatte dagli analisti americani, potrebbe portare via anche sei giorni.
Battaglia su quattro testimoni
l leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha detto che i Democratici chiederanno le audizioni di quattro testimoni, tra cui l'ex consigliere di Trump alla Sicurezza nazionale, John Bolton, e il capo ad interim dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney. Gli altri due sono il consigliere anziano del presidente, Robert Blair, e il funzionario dell'ufficio gestione budget, Michael Duffey, l'uomo a cui chiedere perché e su ordine di chi vennero bloccati i fondi sulla sicurezza già destinati all'Ucraina.
"Noi ci aspettiamo di avere i voti sufficienti per ottenere le loro testimonianze - ha anticipato Schumer - ma non siamo sicuri che il leader della maggioranza, Mitch McConnel, metta ai voti la risoluzione". Alla Camera, a maggioranza democratica, in commissione vennero bocciate tutte le testimonianze a favore di Trump invocate dai Repubblicani. Al Senato, dove le forze sono ribaltate, i Repubblicani potrebbero rispondere nello stesso modo.
Bolton parlerà?
I Democratici sperano di ottenere la testimonianza di Bolton, l'ex consigliere di Trump e "falco" dell'amministrazione, poi entrato in rotta di collisione con il capo della Casa Bianca. Il 22 novembre, dopo due mesi di silenzio seguiti alle dimissioni, Bolton ha lanciato su Twitter un messaggio criptico: "Felice di essere tornato. Per i retroscena, restate sintonizzati".
Nelle settimane successive, Bolton ha fatto capire di "avere cose interessanti" da dire sull'Ucrainagate. Trump gli ha però intimato di non presentarsi alla Camera e Bolton, per non andare incontro a problemi legali, legati al segreto di Stato, ha accolto la richiesta. Ora è pronto a presentarsi al Senato, ma serve il via libera della maggioranza assoluta dell'aula, cioè 51 voti sui 100 senatori. I Democratici contano su 47 voti, i 45 liberali e 2 indipendenti, più probabilmente tre senatori conservatori, tra cui Mitt Romney. Il conteggio sarebbe 50 a 50 e non basta. Per vedere Bolton e gli altri presentarsi al Senato servirà che un altro Repubblicano si schieri con la minoranza e apra a testimonianze di cui nessuno, al momento, e' in grado di indicare la portata.