L'amministrazione di Hong Kong ha ritirato formalmente la proposta di riforma della legge sull'estradizione, che ha innescato le proteste anti-governative e pro-democratiche nell'ex colonia britannica in corso da oltre quattro mesi. Il ritiro avviene a sei mesi dalla prima lettura all'Assemblea Legislativa, il parlamento di Hong Kong, e a otto mesi da quando venne proposto per la prima volta.
L'annuncio del ritiro formale è stato dato all'Assemblea Legislativa dal segretario alla Sicurezza di Hong Kong, John Lee. Qualora gli emendamenti alla legge sull'estradizione fossero stati approvati, la nuova legge avrebbe permesso a cittadini di Hong Kong di essere estradati anche a Taiwan, Macao e in Cina. Il ritiro formale della legge giunge lo stesso giorno in cui l'uomo di venti anni accusato di omicidio della propria fidanzata incinta a Taiwan, Chan Tong-kai, il cui caso aveva aperto al dibattito sulla legge, è stato scarcerato dopo aver terminato di scontare una condanna per riciclaggio.
Nel frattempo la Cina ha definito "rumors politici con secondi fini" le voci di una possibile sostituzione della leader di Hong Kong, Carrie Lam, di cui hanno parlato fonti citate dal Financial Times. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, nel corso di una conferenza stampa odierna.
Il governo cinese, secondo fonti al corrente della situazione citate dal quotidiano londinese, starebbe mettendo a punto un piano per rimpiazzare Lam con un capo esecutivo di Hong Kong "ad interim" fino alla conclusione del mandato di Lam, in scadenza nel 2022.