“Un saluto ai miei amici cinesi! Quanto tempo è passato!”. È il 16 aprile del 2016 quando Stephen Hawking fa capolino su Weibo, il Twitter cinese, con un post in cui professa il suo amore per il Paese di Mezzo. L’astrofisico di fama mondiale, morto all’età di 76 anni, nutriva simpatia per i cinesi al punto da aprire un account sulla popolarissima piattaforma di microblogging per avere con loro un contatto diretto, seppur virtuale. A giudicare dal successo dei suoi post - rigorosamente in cinese e in inglese - l’affetto era reciproco: 4,6 milioni di follower. Più che affetto.
Cina in lutto
È stato molto amato. Governo, scienziati, studenti, star della musica: tutti ne piangono la scomparsa, la cui notizia ha generato emozione tra gli utenti del web in Cina. “Appartiene alle stelle, ha fatto ritorno a casa”, è uno dei duecentomila commenti comparsi in poche ore sul popolare social network.
Anche il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, ha espresso le condoglianze del governo alla famiglia dell'astrofisico e ne ha sottolineato il rapporto con la Cina. "Hawking ha dato un grande contributo alla scienza e all'umanità", ha dichiarato Lu, ricordando i tre viaggi in Cina dello scienziato e gli incontri con i leader e con gli scienziati cinesi. Molti di loro sono cresciuti leggendo “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” (pubblicato nel 1988). La terribile malattia (era affetto da Sla) non gli aveva impedito di viaggiare.
Quando andò a Pechino
Fino in Cina, dove nel 2006 aveva partecipato a una conferenza di fisica a Pechino. “Hawking è una superstar in Cina – scrissero in quell’occasione i media di stato – il governo cinese ritiene il progresso scientifico cruciale per il futuro del Paese”. L’astrofisico aveva letteralmente perso la testa: “Amo la cultura cinese – disse a un incontro pubblico - amo il cibo cinese e soprattutto le donne cinesi: sono bellissime”, aggiungendo poi che i cinesi sono “intelligenti, grandi lavoratori e hanno raggiunto molti traguardi nella scienza e nella tecnologia”.
Intelligenza artificiale
In un video messaggio trasmesso a Pechino l’anno scorso, aveva lanciato un monito sul corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale il cui futuro sviluppo “deve essere usato a nostro beneficio e a vantaggio del nostro ambiente”. La Cina è seconda solo agli Usa in quanto a investimenti su AI. Il grande scienziato, che aveva perso la voce nel 1985 e l’uso delle mani dieci anni dopo, per molto tempo fece uso di un sintetizzatore vocale fino a quando, grazie all’intelligenza artificiale, fu creato un software in grado di capire cosa stava per scrivere partendo da una singola lettera.
La prima volta in Cina
L’incontro con il Drago era accaduto molto tempo prima, come racconta lui stesso nel primo post cinese: “Fu un’esperienza straordinaria – scrive -. Sono venuto la prima volta nel 1985 quando percorsi in lungo e in largo il vostro magnifico Paese viaggiando in treno. Nei miei viaggi fisici, ho potuto solo toccare la superficie il fascino della vostra storia e cultura. Ma adesso possiamo comunicare sui social e così spero di potervi raccontare di più della mia vita e del mio lavoro, e di imparare dalle vostre risposte”.
L'ultimo messaggio ai millennial
Così, i netizen oggi compiangono la scomparsa di Hawking facendo tornale virale il suo ultimo messaggio comparso il 24 novembre scorso. Si tratta di un breve video messaggio in cui l’astrofisico risponde a una domanda sul futuro del pianeta e le migrazioni interplanetarie. A fargliela non un cinese qualsiasi ma il giovanissimo attore e cantante Wang Junkai, noto anche come Karry Wang, tra i cinesi più ricchi nati dopo il 1990 (ha 18 anni e ha un patrimonio stimato di 36 milioni di dollari). Il video si trasforma in uno sperticato elogio alle nuove generazioni. “Grazie alla domanda di Wang – scrive Hawking – ho potuto avere un’idea di cosa pensano i millennial cinesi riguardo al futuro. È questa curiosità e fiducia che spero di veder crescere nella vostra ricerca di idee creative e nel progresso scientifico. Guardiamo insieme al futuro!”. Hawking non aveva mai fatto mistero della sua passione per i giovani: nel 2006 aveva inviato un messaggio agli studenti che dovevano sostenere il gaokao, il temuto esame di ammissione all’università, incoraggiandoli a non mollare: “Siate coraggiosi”, scrisse.
Il video-messaggio
Nel video-messaggio la voce sintetizzata del grande scienziato recita un testo di un minuto e ventiquattro secondi, in inglese e sottotitolato in cinese. Lo abbiamo tradotto qui.
“Di recente ho detto che il futuro della razza umana è stato compromesso dai danni che stiamo infliggendo al nostro piccolo e affollatissimo pianeta. Dobbiamo esplorare nuovi pianeti che abbiano la potenzialità di sostenere la vita umana. Questo ci insegnerà a comportarci in modo più saggio. Non sto dicendo che l’intera popolazione debba trasferirsi su un altro pianeta, ma che dovremo selezionare alcuni di noi per garantire la sopravvivenza della razza umana. Ma prima dobbiamo andare in esplorazione. Capire come possiamo pianificare la nostra vita in altri pianeti. Siamo esploratori e pensatori. Siamo motivati a elevare l’umanità. Ma per farlo abbiamo bisogno come prima cosa dell’immaginazione. Abbiamo bisogno di immaginare come vivremo nel futuro. Leggere negli occhi della nostra mente e immaginare cosa può essere fatto per alleviare i problemi di oggi. Immaginare meglio un futuro per noi tutti. Non credo che la cultura tradizionale possa scomparire. L’arte e la musica sono creati dall’essere umano e dunque risulterebbero incomprensibili alle razze aliene. Ma non dobbiamo preoccuparci”.
Ha collaborato Wang Jing