Non basteranno le scuse e nemmeno la pausa dal lavoro “per curarsi” a Harvey Weinstein, uno dei più grandi produttori cinematografici di Hollywood, per mettere a tacere le accuse che lo ritraggono come un molestatore seriale. La notizia è stata data dal New York Times che ha pubblicato una lunga inchiesta dove emerge un Weinstein inedito, incline a molestare molte delle donne con cui lavorava.
Anche attrici famose tra le presunte vittime
Il quotidiano americano ha fatto emergere alcuni dettagli - ricostruiti sulla base di email e documenti interni delle due società di cui l’uomo è stato co-fondatore - di diversi casi di accuse di molestie sessuali, effettuate da Weinstein ai danni di donne che spesso erano sue dipendenti, ma anche attrici e modelle: l’imprenditore avrebbe raggiunto un accordo con almeno 8 di loro che lo avevano accusato. Tra i nomi più famosi ci sono Ashley Judd e Emily Nelson. Il giornale scrive che venti anni fa, Weinstein invitò Ashley Judd, (tra i suoi film ‘Il collezionista’), all'hotel Peninsula di Beverly Hills; l'attrice si aspettava un incontro di lavoro. Invece - riporta Repubblica - il produttore la fece salire nella sua camera, si presentò in accappatoio e le chiese se poteva fargli un massaggio o guardarlo mentre si faceva la doccia.
Nel 2014 Weinstein convocò l’attrice e produttrice Emily Nelson nello stesso hotel e le disse che se avesse accettato le sue proposte sessuali l’avrebbe aiutata nella carriera. L'anno successivo molestò una sua assistente, chiedendole di fargli un massaggio mentre era nudo e "lasciandola in lacrime e sconvolta", scrisse Lauren O'Connor, assistente di Weinstein, in un report che nel 2015 fu presentato ai membri del consiglio di amministrazione della Weinstein Company - dove sedeva anche il fratello di Weinstein, Bob - ma la società non aprì nessuna indagine. Tra le donne con cui il produttore sarebbe giunto ad uno accordo ci sarebbe inoltre Rose McGowan, nota al grande pubblico per i ruoli in ‘Grindhouse’ e ‘Machete’.
Le scuse
"Riconosco che il modo in cui mi sono comportato con colleghe in passato ha provocato molto dolore e per questo mi scuso sinceramente", si legge in una nota inviata dal produttore al New York Times. L’uomo ha dichiarato di voler prendere una pausa dalle scene per risolvere i suoi problemi e “vincere i suoi demoni”, spiegando nel comunicato: “Non sono l’uomo che pensavo di essere, e farei meglio a diventare quell’uomo per i miei figli”.
Weinstein potrebbe far causa al Nyt
Mentre in una nota Weinstein chiede scusa in un'altra, diffusa da uno dei suoi avvocati, Charles Harder e Lisa Bloom, si legge che potrebbe far causa al New York Times, in quanto l’articolo pubblicato risulterebbe “basato solo su dicerie e su un report apparentemente sottratto dal file personale di un dipendente, già smascherato da nove testimoni”. I legali hanno inoltre specificato che gli eventuali incassi della causa giudiziaria saranno donati alle associazioni per i diritti delle donne. Lisa Bloom, avvocato specializzato in casi di molestie sessuali, ha dichiarato che il suo cliente "smentisce molte delle accuse che sono palesemente false”.
Chi è Harvey Weinstein
Harvey Weinstein, co-fondatore di Miramax e Weinstein Company, ha prodotto pellicole come ‘Gang of new York’ e ‘The Artist’, vincendo anche un Oscar con ‘Shakespeare in Love’. Weinstein è sposato dal 2007 come la stilista Georgina Rose Chapman, ed è padre di due figli.
L’inchiesta del New York Times - scrive ancora Repubblica - ha creato grande clamore e getta un'ombra su quello che era considerato uno dei produttori più geniali e attenti ai problemi sociali. Weinstein infatti in questi anni è stato molto attento alla sua immagine pubblica: sostenitore dei diritti delle donne (partecipò anche ad una marcia durante il Sundance Film Festival), attento alle questioni umanitarie, ha finanziato il Partito Democratico. Nel 2017, secondo il giornale newyorchese, ha offerto anche uno stage a Malia Obama, la figlia maggiore dell’ex presidente americano.