È ufficiale: alla conferenza di Berlino ci saranno anche i principali contendenti del potere in Libia, il presidente del Governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, e il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar. La situazione continua però a essere molto tesa. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, uno dei principali attori della partita, ha annunciato che le sue truppe stanno partendo per il Paese "per tutelare gli interessi turchi". Inoltre ha confermato l'intenzione di fare valere appieno l'accordo siglato con Serraj sul Mediterraneo e che "le prime licenze per le esplorazioni saranno rilasciate già nel 2020".
Intanto, il premier Giuseppe Conte, volato ad Algeri nel suo incessante lavorio politico, ha fatto un nuovo appello affinché il cessate il fuoco sia duraturo: "Non possiamo accettare altre truppe militari - ha detto - questo è il momento del dialogo e del confronto. Bisogna fare affidamento sulla diplomazia e sul dialogo che sono più efficaci delle armi e delle opzioni militari".
Il premier libico Serraj ha ufficializzato la partecipazione al vertice tedesco durante un incontro con alcuni leader locali. "Saremo presenti a Berlino e porteremo il nostro messaggio", ha spiegato il premier di Tripoli riconosciuto dall'Onu e sostenuto in particolare dalla Turchia. Haftar ha invece dato la sua parola al ministro degli Esteri, Heiko Maas, che è volato a Bengasi proprio per rinnovare l'invito ufficiale. Non solo: secondo quanto riferito da Maas ai media tedeschi, il capo dell'Esercito nazionale libico "si è detto pronto a rispettare la tregua indipendentemente dal fatto che non ha firmato l'intesa per il cessate il fuoco".
Tutti i leader al tavolo
Dagli Stati Uniti, scrivono diverse fonti tra cui il quotidiano panarabo al Sharq al Awsat, volerà a Berlino sicuramente il segretario di Stato, Mike Pompeo, e potrebbe accompagnarlo il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Robert O'Brien. Un segnale chiaro da Washington che vuole ancora avere voce in capitolo sulla Libia. Da Berlino, scrive Al Jazeera, è stata confermata inoltre la presenza dei due principali artefici della tregua in vigore da domenica scorsa: il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo turco, Erdogan.
E ancora: al tavolo ci sarà il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, nonostante gli screzi con Ankara. L'Onu sarà rappresentata al grado più alto con l'intervento del segretario generale, Antonio Guterres. A livello europeo, l'Eliseo ha confermato la partecipazione del presidente francese, Emmanuel Macron, e Downing Street ha annunciato l'intervento del premier britannico, Boris Johnson.
L'Italia - grande sponsor dell'iniziativa - sarà rappresentata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Non mancherà certamente l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, Josep Borrell, così come alcuni esponenti dell'Unione africana. Dalla regione sono inoltre attesi il neo presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune e il neo presidente tunisino, Kais Saied. Sicuramente anche gli emiratini invieranno un proprio rappresentante. Non mancherà nemmeno la Cina, sempre più presente in Africa.