Nea Demokratia tra il 42 e il 38%, Syriza tra il 30,5 e il 26,5; i socialdemocratici di Kimal, eredi del vecchio Pasok tra l'8 e il 6, seguiti dai comunisti di KKE, tra il 7 e il 5%. I primi exit poll in Grecia confermano dunque le previsioni della vigilia.
Per la prima volta dal 2009 la Grecia potrebbe essere governata da un partito con una chiara maggioranza in Parlamento. In base ai primi exit poll, nuova Democrazia potrebbe ottenere oltre il 40% dei voti e tra i 155-167 seggi sui 300 del Parlamento rispetto alla sinistra di Syriza, che oscilla tra il 26,5 e il 30,5% con 77-82 parlamentari.
Per i socialdemocratici di Kinal, 19-22 seggi, i comunisti di KKE-NI: 16-19. Alba Dorata, che oscilla tra l'2,8 per cento e il 4,8, potrebbe rimanere fuori dal Parlamento per non aver raggiunto la soglia di ingresso.
Kyriakos Mitsotakis, il leader 51enne di Nea Demokratia, il partito conservatore vincitore delle elezioni in Grecia, rappresenta la quarta generazione di una dinastia di politici ed è in qualche modo un 'predestinato'. Suo padre, Konstantinos Mitsotakis, fu primo ministro all'inizio degli anni '90; sua sorella Dora Bakoyannis, è stata la prima donna sindaco di Atene, quando la capitale ospitò le Olimpiadi nel 2004, e poi divenne ministro degli Esteri. Suo nipote Kostas Bakoyannis, il figlio di Dora, è il nuovo sindaco della capitale.
Insieme alle famiglie socialista Papandreou e Karamanlis, i Mitsotakis hanno dominato la politica greca per anni. Studi ad Harvard e Stanford, un passato di consulente della McKinsey, lui stesso sedeva nell'ultimo governo conservatore, ministro per la riforma amministrativa, con il compito di licenziare migliaia di dipendenti pubblici per rispondere alle richieste della Troika (Fmi, Bce, Commissione Ue). Ma il governo fu spazzato via dalla sinistra di Syriza, nel gennaio 2015.