"So che alcuni di noi sono insoddisfatti o in collera", ma "voglio trasformare la vostra rabbia lavorando insieme a voi": con queste parole, a conclusione di una lunga lettera aperta, il presidente francese, Emmanuel Macron, presenta il Grande Dibattito Nazionale per il futuro del Paese, con il quale intende rispondere alle richieste di maggiore equità sociale che hanno portato in piazza nelle settimane scorse i gilet gialli.
"Tutti vorrebbero un Paese piu' prospero e una società piu' giusta, condivido questa impazienza", scrive Macron. "La società che vogliamo è una società dove per affermarsi non dovremmo aver bisogno di una rete di conoscenze o fortuna economica, ma di sforzi e lavoro". Macron però ribadisce il suo netto rifiuto delle violenze. "Non accetto, e non posso accettare, pressioni e insulti contro chi è eletto dal popolo, i giornalisti, le istituzioni e i funzionari. Se tutti usano la violenza la società si disfa".
Non ci sono "domande proibite"
Dobbiamo "trasformare la rabbia in soluzioni", dice Macron, assicurando che si tratta di un'iniziativa inedita: "Non è un'elezione nè un referendum. Ed è richiesta la vostra espressione, che corrisponde alla vostra storia, alle vostre opinioni e priorità senza distinzione di età o condizione personale".
Diverse le domande a cui dare una risposta: 'quali tasse pensi che dovrebbero essere abbassata per prime', 'alcuni servizi pubblici, datati o troppo costosi, devono essere eliminati?', "quali sono le proposte concrete che possono accelerare la nostra transizione ambientale?', 'Pensi che dovremmo utilizzare più referendum?"; 'E una volta che i nostri obblighi in materia di asilo siano soddisfatti, vuoi che sia il Parlamento a fissare obiettivi annuali?". Macron assicura che non ci sono "domande proibite", ma ha aggiunge che il diritto di chiedere asilo "non può essere messo in discussione".
L'attesa è febbrile per il via ufficiale del Grande dibattito nazionale, lanciato dal presidente martedì15 dicembre, con l'obiettivo di risolvere la crisi sociale latente sfociata nelle proteste dei 'gilet gialli' in corso da due mesi. Il dibattito durerà fino a metà marzo e il primo ministro Edouard Philippe presenterà l'iniziativa governativa nel dettaglio.
Si parte da 600 sindaci
"La consultazione nazionale è un momento essenziale e molto utile al nostro paese. E' una grande opportunità, ma ciascuno deve prendere la propria parte di responsabilità, di rischio e di incertezza" ha dichiarato l'inquilino dell'Eliseo. Martedì prossimo sarà il presidente in persona a dare il via ufficiale dal comune di Grand Bourgtheroulde (Eure), dove dialogherà con 600 sindaci ed eletti della Normandia. Per timore di manifestazioni violente è stato predisposto un ingente dispositivo sicurezza. Il secondo appuntamento sarà per il 18 gennaio a Souillac (Lot). Macron ha già annunciato che prenderà parte a una decina di dibattiti con sindaci in 13 regioni diverse.
"La coesione nazionale non si ritroverà in un giorno. Ci vorrà molta determinazione, umiltà e pazienza" ha avvertito Macron, chiedendo ai suoi concittadini la massima partecipazione per "un dibattito vero". Tuttavia, ancora prima di cominciare, la sfida più grande è quella di convincere i francesi, molto scettici: per il 77% il dibattito non sarà portato avanti in modo in modo indipendente mentre per il 70% non sarà utile. Si tratta di una operazione di politica partecipativa inedita per la Francia, davvero complessa da organizzare, soprattutto dopo le dimissioni improvvise della sua organizzatrice iniziale, Chantal Jouanno, presidente della Commissione nazionale del dibattito pubblico (CNDP), autorità indipendente istituita nel 1995 per garantire il rispetto del diritto all'informazione e alla partecipazione.
In un clima di accese polemiche per il suo stipendio da capogiro, la Jouanno, ex ministro di Sarkozy, è uscita di scena. A poche ore dall'apertura del dibattito il governo è ancora in cerca di nuovi garanti, personalità "incontestabili" in grado di assicurare "l'indipendenza e la neutralità" della consultazione. Il dibattito rappresenta anche un grande rischio politico per il mandato del presidente Macron e il futuro del suo governo, da mesi entrambi in calo nei sondaggi.
Chiunque potrà organizzare un dibattito
Sul piano pratico, come recita il sito del governo, "i dibattiti si svolgeranno ovunque in Francia: ciascuno può organizzarne uno nei quartieri, nei villaggi e nelle regioni". La CNDP registrerà le richieste di dibattito - da parte di cittadini, associazioni, collettivi, eletti, aziende, sindacati - per poi inviare ai diretti interessati un kit per organizzare fisicamente la consultazione e raccogliere le istanze dei cittadini. Nel contempo una serie di manifestazioni saranno organizzate su scala regionale e nazionale per consentire la partecipazione della maggioranza dei cittadini.
Altri dibattiti si svolgeranno on-line, su una piattaforma dedicata dove ogni persona potrà presentare richieste e proposte. A sorteggio verranno costituite assemblee di cittadini in ogni regione che in un secondo momento si confronteranno sulle proposte emerse dai vari dibattiti con l'obiettivo ultimo di trovare soluzioni sostenibili per far fronte alla principali problematiche presenti e guardare al futuro.
Il dibattito nazionale verterà su quattro tematiche prescelte dal governo: transizione ambientale, fiscalità e spese pubbliche, democrazia e cittadinanza, organizzazione dello Stato e dei poteri pubblici. Tuttavia gli organizzatori locali saranno liberi di introdurre altre tematiche che ritengono pertinenti. Dopo aver raccolto tutte le proposte territoriali, averle analizzate e sintetizzate, misure concrete saranno annunciate ad aprile. Molti sindaci hanno già evidenziato che, secondo loro, le azioni prioritarie devono riguardare la giustizia fiscale, con la reintroduzione dell'imposta sul patrimonio (Impot sur la fortune, ISF), le pensioni degli anziani e il sostegno alla mobilita' dei cittadini.