Nuovi scontri nell'Atto XIV della mobilitazione dei 'gilet gialli'. A Parigi, scrive Le Parisienne sul proprio sito, la polizia ha evacuato la spianata degli Invalides, nei pressi della Torre Eiffel, usando i lacrimogeni. A Tolosa, i video pubblicati sui social network intorno alle 16 mostrano che la polizia ha iniziato a usare gas lacrimogeni. Scene simili sono state girate a La Rochelle, Nantes e Le Mans, dove "vetrine e arredi urbani" sono stati danneggiati, secondo la prefettura.
Le ingiurie e la polemica
Il filosofo e accademico Alain Finkielkraut è stato oggetto di insulti antisemiti e fischiato a margine della manifestazione dei gilet gialli, nel quartiere di Montparnasse a Parigi, in video postati sui social network. "Grande merda sionista", "noi siamo il popolo", "la Francia è per noi," gli hanno gridato diversi manifestanti in marcia su boulevard du Montparnasse. In un secondo video girato da un giornalista freelance, si vede la polizia intervenire a proteggere il filosofo.
Diversi politici, inclusi membri del governo, hanno fortemente condannato questi fatti. "Un aumento di odio puro che solo l'intervento della polizia ha fermato. Assistere una scena a Parigi nel 2019, è semplicemente intollerabile. Ho appena parlato con Alain Finkielkraut per garantire del mio assoluto sostegno ", ha annunciato su Twitter il Ministro degli Interni Christophe Castaner.
"Gli insulti antisemiti che ha subito" il filosofo Alain Finkielkraut "sono la negazione assoluta di chi siamo e di ciò che ci rende una grande nazione. Non li tollereremo", scrive su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron. "Figlio di emigranti polacchi diventato un accademico francese, Alain Finkielkraut non è solo un eminente uomo di lettere, ma un simbolo di ciò che la Repubblica permette a tutti", ha sottolineato Macron.
La mobilitazione compie tre mesi
A tre mesi dall'inizio del movimento di protesta, migliaia di 'gilet gialli' sono tornati a sfilare a Parigi. E diverse manifestazioni sono state organizzate anche altrove in Francia. Nonostante dunque si cominci ad avvertire un inizio di stanchezza nell'opinione pubblica (mercoledì per la prima volta, è emerso da un sondaggio che la maggioranza dei francesi, il 56%, vorrebbe la fine delle proteste), il movimento non si sgonfia. Secondo i dati del ministero dell'Interno, hanno manifestato 41.500 persone in tutto il Paese, 5.000 delle quali a Parigi.
Nella capitale francese, roccaforte tradizionale della mobilitazione, un corteo di diverse migliaia di persone da Place de l'Etoile ha ha sfilato lungo gli Champs-Elysées, prima di attraversare la Senna verso un altro boulevard. Sotto il sole splendente, i manifestanti hanno sfilato tranquillamente, in un clima pacifico, lanciando però slogan ostili al governo e alla polizia. Contemporaneamente altri atti di protesta erano in corso altrove (Le Havre, Tarbes, Strasburgo e Rouen, dove tre dimostranti sono rimasti leggermente feriti dopo essere stati investiti da un'auto).
Lanciato il 17 novembre e propagatosi grazie ai social network come protesta per le maggiori imposte sul carburante, il movimento si è andato via via diffondendo in tutta la Francia e ha spinto il governo a varare una serie di misure sociali ed economiche e ad avviare un dibattito nazionale. Oggi era l'atto XIVesimo della protesta e domani per la prima volta, a tre mesi esatti dalla prima manifestazione del 17 novembre, il movimento scenderà in piazza di domenica.