Nei due ultimi mesi dell'anno, in Francia, il 'gilet giallo' è diventato il simbolo del malcontento dei cittadini per la politica sociale dell'esecutivo e l'incubo di Emmanuel Macron, accusato di essere il presidente dei ricchi.
Il movimento, nato sul web in maniera spontanea, con un post su Facebook il 10 ottobre di due camionisti della Seine et Marne, è partito come protesta per l'aumento del carburante: un appello a un "blocco nazionale" della rete stradale francese. In realtà il caro benzina, in nome della necessaria transizione ambientale, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento sociale, affiorato da settimane con una serie di manifestazioni e scioperi di diverse categorie socio-professionali.
Da subito il movimento dei 'gilet gialli' si è suddiviso in più correnti, dai più radicali ai più moderati. Due delle figure leader sono donne: l'imprenditrice 33enne Priscilla Ludosky, tra le prime a mobilitarsi contro il caro benzina, con una petizione lanciata sul web già a maggio, e la lavoratrice 51enne, madre di tre figli, Jacline Mouraud.
Uno dei più radicali è Eric Drouet - che in più occasioni ha invitato all'insurrezione e a proteste fino alle dimissioni di Macron e dei suoi - arrestato pochi giorni prima di Natale. Anche se i raduni del sabato sono sempre stati convocati sugli Champs-Elysèes, l'altra particolarità del movimento è il fatto di essere ben radicato e attivo nelle città di provincia, sia medie che piccole, anche in quelle zone rurali più remote e depresse. La protesta è stata molto partecipata a Tolosa, Marsiglia, in Bretagna, Normandia e in tutto l'hinterland parigino.
Pesante il bilancio di sei settimane di blocchi delle strade e manifestazioni: dieci morti, 2900 feriti, centinaia di arresti, miliardi di danni ad infrastrutture pubbliche oltre a perdite economiche per le attività commerciali (-25%) che hanno rallentato la crescita economica, dimezzando il Pil dell'ultimo trimestre 2018. Nei fine settimana, a partire dal 17 novembre, ogni sabato Parigi è stata teatro di scene di guerriglia urbana, con violenze e distruzioni provocate dai 'casseurs' infiltrati tra i manifestanti.
Il governo ha in parte ceduto alle pressioni; e finora i 'gilet gialli' hanno ottenuto l'annullamento dell'aumento dei prezzi di benzina e carburante, una serie di incentivi economici per accompagnare la transizione ambientale, l'aumento di 100 euro dello stipendio minimo (Smic), l'annullamento del contributo sociale generalizzato (Scg) per i pensionati sotto i 2mila euro mensile, la defiscalizzazione delle ore di lavoro straordinario, dei premi di fine anno, il lancio di consultazioni pubbliche nazionali e l'impegno a future riforme democratiche (su fiscalità e legge elettorale).