Il nuovo tour mondiale di Paul McCartney partirà proprio da Tokyo, ma la tempistica della presenza in Giappone del Beatle non è delle migliori, perché proprio oggi la band che l’ha portato in cima al mondo perde una battaglia tanto storica quanto anacronistica.
A perdere in realtà naturalmente non sono i Fab Four ma un gruppo di superfan dei ragazzi di Liverpool, che non sono riusciti a convincere le autorità a trasmettere le immagini video dei concerti della band in Giappone nel 1966. Una battaglia difficilmente comprensibile per un paese occidentale ma molto seria da quelle parti, e non è un caso che il dibattito sia finito alla Corte Suprema.
Isteria collettiva
Non si sa come mai, ma quel filmato deve restare lontano da sguardi indiscreti. Il governo di Tokyo ha spiegato la sua scelta con una poco credibile questione di privacy. Troppa gente sarebbe stata ripresa in primo piano, mentre urlava e di dimenava in una delle tante esplosioni di isteria collettiva che segnavano le trasferte internazionali dei Beatles.
Sulla base di questa argomentazione, le autorità si sono offerte di pubblicare il filmato oscurando tutti i volti delle persone inquadrate che non fossero i quattro musicisti sul palco. Offerta naturalmente rifiutata dai promotori dell’azione legale, secondo i quali sarebbe impossibile identificare le facce più di cinquant’anni dopo i fatti.
Nonostante questo ben due tribunali, come riferisce il Japan Times, si sono schierati dalla parte delle autorità. Il quotidiano giapponese ha raccolto anche diverse dichiarazioni, a partire da quella dell’avvocato dei manifestanti Satoshi Shinkai che ha detto: “È un documento che dovrebbe essere reso disponibile per l’enorme valore storico".
"Il concerto finale del 2 luglio è assolutamente coinvolgente", ha aggiunto il fan Toru Omura, che ha scritto libri sull'impatto del tour nipponico del gruppo britannico, "Se fosse possibile confermare la presenza di filmati di quel giorno, anche oggi ci sarebbe un'enorme eccitazione".
Come Armstrong sulla Luna
Ha ragione Omura, quello dei Beatles in Giappone fu un vero e proprio sbarco paragonabile a quello sulla luna di Amstrong. Se la loro musica ebbe un’influenza così meravigliosamente scomposta in Italia, se la loro musica cambiò qualcosa qui, non è immaginabile cosa possa aver provocato in una cultura come quella del Sol Levante. Come scrive in un altro articolo meno recente Japan Times “La loro visita può essere vista come parte del riemergere sulla scena mondiale del Giappone, a partire dalle Olimpiadi di Tokyo del 1964 e culminata con l'Expo del '70 a Osaka”.
Il rock sotto i ciliegi
“Gli show dei Beatles in Giappone sono stati un fenomeno sociale - dice Aki Tanaka, che a quei concerti all'arena Nippon Budokan di Tokyo c’era e che oggi dirige la Sony Music Japan - hanno portato alla nascita di una vera scena musicale rock giapponese, dove i musicisti non solo hanno eseguito canzoni di qualcun altro, ma hanno anche scritto il proprio materiale".
La presenza dei Beatles sul suolo giapponese dette vita cinquanta anni fa ad una serie di commenti infuocati, tra i quali quello di Akahata, il quotidiano del Partito Comunista Giapponese, che non poteva non etichettare la band come “strumenti dell’imperialismo americano”, salvo poi cambiare vagamente opinione quando Lennon si schierò apertamente contro la guerra in Vietnam.
Nel segno del Badukan
Il clamore per la loro visita fu incredibile, oggi si stima che solo per la loro sicurezza (e si intende per proteggerli dai fans ma anche da quegli ultranazionalisti che manifestarono numerosi in quei giorni) furono impiegati 35mila poliziotti per un costo totale di circa 58 milioni di Yen.
Come continua il Japan Times “I collegamenti tra i Beatles e il Giappone sono rimasti forti. Lennon avrebbe incontrato Yoko Ono in una galleria londinese nel novembre del 1966 e visitò il Giappone diverse volte dopo il loro matrimonio nel 1969. McCartney sarebbe stato ospite involontario delle autorità di polizia giapponesi per una settimana nel gennaio 1980 dopo essere stato sorpreso a contrabbandare mezzo chilo di marijuana attraverso la dogana. Da allora ha reso il Giappone una tappa fissa nel suo programma di visite, così come lo è stato per Starr.
Harrison ha suonato una serie di date in Giappone nel 1991 con Eric Clapton e la sua band. E lungi dal "dissacrare" il Budokan, gli spettacoli dei Beatles gli conferirono uno status quasi sacro nella mitologia del rock. Artisti vari come Bob Dylan, Cheap Trick, Chic e Ozzy Osbourne hanno pubblicato tutti gli album "live at the Budokan". Insomma, anche la musica, come sappiamo, è capace di scrivere interi capitoli di storia.