Il popolo francese è un “popolo di costruttori”: parola di Emmanuel Macron, che per ristrutturare in 5 anni – questa la sua promessa - la cattedrale di Notre Dame de Paris ha scelto un generale, l'ex capo di Stato maggiore delle forze armate, cattolico, appassionato di arte e uomo dal carattere forte.
Così i media francesi presentano Jean-Louis Georgelin, già soprannominato “Monsieur Reconstruction” (‘Signor Ricostruzione’), convocato all’Eliseo per un premio brainstorming con il capo dello stato, il premier Edouard Philippe, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e la direttrice dell’Unesco, Audrey Azoulay.
Un rappresentante speciale per il Presidente
A Georgelin, generale a cinque stelle, è stata affidata la responsabilità di pilotare la ricostruzione della cattedrale gotica pesantemente danneggiata da un incendio lunedì scorso, ma per ora le sue mansioni non sono state meglio precisate dalla presidenza francese.
Macron lo ha nominato suo “rappresentante speciale” sul vasto cantiere che si preannuncia costoso e lungo.
Dovrà “vigilare all’avanzamento delle procedure e dei lavori che saranno avviati” ha riferito al quotidiano cattolico francese ‘La Croix’ una fonte che ha collaborato con Georgelin quando era in funzione all’Eliseo.
“Ha una forte personalità e può anche essere brusco. Si teneva alla larga degli intrighi politici per concentrarsi sul suo ruolo di militare” ha precisato la stessa fonte.
Il 70enne, già capo di stato maggiore particolare dell’allora presidente Jacques Chirac prima di diventare capo di Stato maggiore delle forze armate tra il 2006 e il 2010, viene descritto come un uomo molto colto – appassionato di storia, letteratura e politica – dalla personalità molto severa, che ha maturato numerosi contatti in diversi settori.
Per i sei anni successivi ha poi ricoperto l’incarico di Grande cancelliere della Legione d’onore.
Nato a Aspet (Haute Garonne) da un padre ufficiale e da una madre casalinga, Georgelin è celibe.
Nel corso della sua carriera militare ha diretto operazioni dell’esercito francese in Costa d’Avorio, Afghanistan, Libano e nei Balcani ed è stato pluripremiato con la Legione d’Onore, l’Ordine nazionale del merito, l’Ordine al merito in Germania e la Legion of Merit negli Stati Uniti.
È molto discreto sulla sua fede – è oblato di una abbazia benedettina e membro dell’Accademia cattolica di Francia – così come sulla scena politica e pubblica.
“Jean-Louis è nato in una famiglia modesta dei Pirenei ma ama Notre Dame come un provinciale trapiantato a Parigi può amarla” ha detto a ‘Le Point’ un amico del generale che assisteva spesso alla messa domenicale nella cattedrale dell’Ile de la Cité. Forse una delle sue tante caratteristiche positive che hanno spinto Macron a sceglierlo come suo ‘ricostruttore’ ufficiale.
Quando si dice parlar chiaro
Tuttavia in almeno due occasioni le dichiarazioni di Georgelin hanno alimentato vive polemiche.
Nel 2010 criticò il costo delle operazioni attuate per liberare i giornalisti Stéphane Taponier e Hervé Ghesquière, rapiti in Afghanistan.
Nel luglio del 2018 definì le tensioni tra Macron e il capo di Stato maggiore Pierre de Villiers per motivi di bilancio – che l’anno prima portarono alle dimissioni di de Villiers - una “aggressione verbale” da parte del presidente della Repubblica e un “errore nella catena di comando”.
“È quadrato, molto diretto e sa quello che vuole: sicuramente prima di accettare la missione avrà stabilito condizioni molto precise, chiesto mezzi e un contesto favorevole per pilotare la ricostruzione” ha riferito una personalità militare vicina a Georgelin. “È un capo che sa prendere decisioni e sa decidere. Farà il suo lavoro” ha concluso la stessa fonte.