Almeno 16 palestinesi morti, oltre 2.000 feriti e migliaia di manifestanti che protestano al confine tra Israele e la Striscia di Gaza: è il bilancio delle prime ore della Marcia del Ritorno, la manifestazione lungo la frontiera, convocata da Hamas e che andrà avanti fino al 15 maggio, l'anniversario dell'esproprio delle terre arabe per creare lo Stato di Israele nel 1948.
Il bilancio delle vittime, tutte di età compresa tra 18 e 30 anni, cresce di ora in ora. Il presidente palestinese Abu Mazen ha proclamato per sabato una giornata di lutto nazionale. L'esercito ha aperto il fuoco in più occasioni con colpi di artiglieria, munizioni vere e proiettili di gomma vicino alla barriera di sicurezza davanti a cui hanno manifestato più di 30.000 palestinesi. Dalla folla sono stati lanciati sassi e bottiglie molotov verso i militari.
La situazione è destinata a peggiorare: Israele ha bombardato con cannonate e raid aerei tre siti di Hamas a Gaza in risposta, ha riferito l'esercito, ad un tentativo di attacco armato contro soldati da parte di due palestinesi che si sono avvicinati alla barriera di sicurezza e hanno sparato verso le truppe, che hanno risposto uccidendoli.
Scontri sono già scoppiati anche in Cisgiordania - all'ingresso di Ramallah e nel quartiere di Bab a-Zawiya a Hebron, dove decine di manifestanti palestinesi hanno dato fuoco a pneumatici e lanciato pietre; le forze dell'ordine hanno risposto, cercando di disperderli: almeno 27 i feriti. La maggior parte dei feriti sono stati causati da proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Perché Israele sta usando un'arma nuova, un drone lancia-lacrimogeni, che fa cadere liquido irritante sui manifestanti.
L'Anp ha chiesto "un intervento internazionale immediato e urgente per fermare il bagno di sangue". L'esercito israeliano ha precisato di aver preso di mira "i principali istigatori" delle proteste violente e ha ribadito che non verrà permesso a nessuno di violare la sovranità di Israele superando la barriera di sicurezza e per questo ha anche schierato un centinaio di tiratori scelti.
Le manifestazioni sono partite da sei punti dell'arido confine tra Gaza e Israele, lungo una cinquantina di chilometri: in particolare Rafah e Khan Younis nel sud, el-Bureij e Gaza City al centro, Jabalya nel nord. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha arringato la folla assicurando che "è l'inizio del ritorno di tutti i palestinesi". A partire da oggi e per sei settimane i palestinesi saranno impegnati nella cosiddetta Marcia del ritorno, che si apre con la Giornata della Terra per ricordare l'esproprio da parte del governo israeliano di terre di proprietà araba in Galilea, il 30 marzo 1976.
Le proteste dureranno fino al 15 maggio, anniversario della fondazione di Israele, per i palestinesi "Nakba", la catastrofe. La protesta, che secondo gli organizzatori doveva essere pacifica, ha l'obiettivo di realizzare il "diritto al ritorno", la richiesta palestinese che i discendenti dei rifugiati privati delle case nel 1948 possano ritornare alle proprietà della loro famiglia nei territori che attualmente appartengono a Israele. Il ministro della Difesa, Avigdor Liberman, ha avvertito che qualsiasi palestinese che si avvicina alla barriera di sicurezza mette a repentaglio la propria vita.