Colpo di Stato in Gabon? Non è chiaro cosa volessero fare i cinque militari che questa mattina hanno preso il controllo della Radio televisione di stato del Paese. Nel proclama letto hanno annunciato la creazione di un “comitato nazionale di restaurazione” della democrazia per impedire che il paese piombi nel caos. Più tardi, secondo quanto annunciato dal portavoce del Governo gabonese, Guy-Bertrand Mapangou, la “calma è tornata nel paese e la situazione è sotto controllo”.
La Guardia Repubblicana ha ripreso il controllo del Gabon. Quattro degli autori del tentativo di colpo di Stato sono stati arrestati e un quinto è in fuga. Il paese, di fatto, vive da due mesi e mezzo una vacanza di potere, da quando il presidente del Gabon Ali Bongo è stato ricoverato a Riad per un ictus e poi trasferito in Marocco per la riabilitazione. Nulla si sa, tuttavia, delle sue condizioni di salute. Se, cioè, è ancora in grado di gestire il potere. La famiglia Bongo, prima il padre Omar e poi il figlio Ali, detengono il potere nel paese dal 1967. Una vera e propria dinastia che al suo interno ha vissuto e vive di contrasti.
La dinastia Bongo
Una dinastia che è sopravvissuta a tutta la Quinta Repubblica francese, da De Gaulle a Macron. Non è un caso che la Francia, ex potenza coloniale, all’indomani della malattia di Ali Bongo abbia inviato un contingente a rinforzo dei 900 soldati di stanza permanente nel paese, ufficialmente, per proteggere i quasi 10mila francesi che ci vivono. Molto più verosimilmente per difendere il potere della famiglia Bongo. Una decisione, quest’ultima, presa dalla Cellula africana dell’Eliseo che da settant’anni cura gli interessi francesi nelle ex colonie.
Il Gabon è abitato da circa 2milioni di persone. Le previsioni di crescita del Pil per il 2019 sono del 4,6% grazie, principalmente, alla produzione di petrolio che fa del Gabon il quarto produttore dell’Africa Subsahariana con 234 mila barili giorno. Uno Stato apparentemente prospero, ma dove la ricchezza è distribuita tra pochi, anche se il Pil nominale è stimato in 7mila dollari, la maggioranza della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Infatti l’indice di sviluppo umano è lo 0,697 che posizione il Gabon al 109esimo posto nel mondo.
Potere vacante
La Francia, del resto, ha subito condannato il tentativo di colpo di stato in Gabon e si è appellata al “rispetto” della Costituzione del paese. “Noi condanniamo tutti i tentativi di cambiamento del regime extra-costituzionali. La stabilità del Gabon può essere assicurato solo nello stretto rispetto delle disposizioni della Costituzione”, ha spiegato il porta voce del ministero francese degli Affari esteri, Agnes von der Muhll.
La vacanza di potere non è stata dichiarata nonostante l’assenza del capo di Stato e la Corte Costituzionale ha trasferito una parte dei poteri del presidente al Primo ministro e vice presidente del Gabon. L’opposizione gabonese, e in particolare lo storico avversario della famiglia Bongo, Jean Ping, non hanno commentato il tentativo di colpo di Stato. Ping, da diplomatico di lungo corso quale è – è stato presidente dell’Assemblea delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana – preferisce la prudenza a qualsiasi valutazione dell’accaduto.
La Costituzione gabonese, tuttavia, prevede che in caso di prolungata assenza del presidente o di una malattia che gli impedisca l’esercito, nel pieno delle facoltà, del potere deve essere nominato un Governo provvisorio che ha l’unico scopo di indire elezioni entro 60 giorni. Ciò non è avvenuto, nonostante siano in molti a sostenere che la malattia di Ali Bongo sia invalidante. Ma nessuno, in particolare la Francia ha interesse a che la dinastia dei Bongo termini. I “dossier” più importanti della FranceAfrique sono stati nelle mani del padre e ora del figlio. Non manca, inoltre, un’affiliazione, nemmeno occulta, alla massoneria africana legata a doppio filo a quella francese. Ali Bongo, dal padre, oltre alla presidenza del Paese ha ricevuto in eredità il titolo di Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Regolare del Gabon.
Il ruolo della massoneria
Un cambio di regime, inoltre, non è contemplato da Parigi anche per le implicazioni che potrebbe avere sugli interessi francesi, ma anche per il timore che l’intera area subisca contraccolpi e diventi pericolosamente instabile contagiando anche il vicino Congo-Brazzaville, governato dal 1979 da Denis Sassu Nguesso, anch’essa ex colonia francese e dove la Francia ha ancora interessi economici e strategici prioritari. I due paesi, i due poteri, sono anche legati da vincoli familiari. La figlia del presidente del Congo, Edith, è stata la moglie di Omar Bongo. Insomma legami etnici e di parentele molto stretti. Entrambi i presidenti sono legati alla massoneria.
Nel 1992 in Congo-Brazzaville, l’Eliseo commise l’errore di non controllare a dovere l’esito elettorale. Le elezioni furono vinte da Pascal Lissouba, che da subito mise in discussione l’influenza francese nel paese. Questo portò la Elf Aquitaine, oggi Total, a finanziare una guerra civile che riportò al potere Denis Sassou Nguesso.
Tutta la partita politica e di potere in Gabon si gioca all’interno della famiglia Bongo. La sorella di Ali, Pascaline, adorata dal padre è spesso entrata in conflitto con il fratello e, inizialmente il tentativo di colpo di Stato è stato interpretato da molti come un modo per evitare che il conflitto all’interno del clan Bongo sfociasse nel caos, con conseguenze drammatiche per il Paese, ma soprattutto per la Francia. Ora, resta da capitare cosa succederà nelle prossime ore. Verrà rispettato il dettato della Costituzione o si aspetterà che le dispute di potere all’interno della dinastia vengano ricomposte?