È finito malissimo il vertice del G7 in Canada, peggio di come ci si aspettasse (e le previsioni erano già alquanto nere). Con tanto di insulti e minacce che sembrano destinati a inasprire ulteriormente la guerra commerciale sui dazi.
Pochi minuti dopo il comunicato congiunto che era stato approvato dagli altri leader dei Grandi del Mondo, Trump si è lanciato in una bordata di Twitter, da bordo dell'Air Force One; e ha ritirato la firma dalla dichiarazione congiunta faticosamente negoziata, accusando il primo ministro canadese Justin Trudeau di essere "molto disonesto e debole".
PM Justin Trudeau of Canada acted so meek and mild during our @G7 meetings only to give a news conference after I left saying that, “US Tariffs were kind of insulting” and he “will not be pushed around.” Very dishonest & weak. Our Tariffs are in response to his of 270% on dairy!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 giugno 2018
Le sue parole, mentre era già diretto verso Singapore, per lo storico vertice con Kim JonG-un, sono arrivate poco dopo che Trudeau aveva annunciato l'accordo da parte delle sette nazioni, ma aveva promesso rappresaglie contro i dazi degli Stati Uniti.
Leggi anche i resoconti di Repubblica, Corriere della Sera e Stampa.
Based on Justin’s false statements at his news conference, and the fact that Canada is charging massive Tariffs to our U.S. farmers, workers and companies, I have instructed our U.S. Reps not to endorse the Communique as we look at Tariffs on automobiles flooding the U.S. Market!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 giugno 2018
Al presidente Trump non sono andate giù le parole del premier canadese pronunciate durante la conferenza stampa (in sua assenza, come detto): "Sulla base delle false dichiarazioni di Justin nella sua conferenza stampa, e il fatto che il Canada mette dazi massicci ai nostri agricoltori, i lavoratori e le aziende americane, ho dato istruzioni ai nostri rappresentanti Usa di non ad approvare il comunicato e stiamo valutando dazi sulle automobili che inondando il mercato degli Stati Uniti, ha tuonato su Twitter. "Trudeau ha agito in modo mite e mite durante i nostri incontri del G7, solo per dire, in una conferenza stampa dopo la mia partenza, che 'i dazi degli Stati Uniti sono una sorta di insulto' e che lui 'non sarà preso in giro'. Molto disonesto e debole".
A scatenare Trump, sono state le parole di Trudeau che aveva definito "un insulto" la decisione di Washington di invocare la sicurezza nazionale per giustificare i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. "I canadesi sono educati e ragionevoli, ma non saranno presi in giro".
Prime Minister Justin Trudeau holds a media availability at #G7Charlevoix. https://t.co/8IFyOgXTuJ
— CanadianPM (@CanadianPM) 9 giugno 2018
Insomma un caos totale. Del resto, con il senno di poi, che le cose non fossero filate lisce, era apparso evidente. Lo aveva evidenziato plasticamente la foto, pubblicata qualche ora prima, dal cancelliere Angela Merkel sul suo account Twitter, che ben 'fotografa' il tempestoso negoziato tra i leader in Canada: Trump, è al centro, seduto ma quasi assediato dagli altri presenti, tutti in piedi; la stessa Merkel è protesa verso di lui a mostrargli i pugni, e accanto a lei, sempre in piedi il premier canadese e quello giapponese, Shinzo Abe, pronti a darle man forte.