La lotta al cambiamento climatico e il protezionismo sono i temi su cui al G20 i Paesi più industrializzati e quelli emergenti hanno mostrato di essere alle corde. Durante i due giorni nella città nipponica di Osaka, i leader del mondo sono riusciti ad accordarsi su una dichiarazione che riconosce solamente i "rischi" che affronta l'economia globale; e hanno riaffermato i propri impegni ambientali nell'ambito degli Accordi di Parigi, ma senza la firma degli Usa. E sui due temi, il comunicato finale ha apportato poco o nulla di nuovo rispetto all'ultimo vertice di Buenos Aires.
Sul protezionismo
Il documento conclusivo del meeting ha notato pudicamente un "intensificarsi" delle tensioni commerciali e geopolitiche; una formulazione che sostituisce l'esplicita condanna del protezionismo, a lungo il segno distintivo del G20, ma di cui l'amministrazione Trump non vuole sentire parlare. Il passo avanti piu' significativo nell'attuale contesto di tensione globale e' arrivato dall'atteso bilaterale tra i presidenti di Usa e Cina, Donald Trump e Xi Jinping, nei quale i due si sono accordati a proseguire nel negoziato sui dazi e fermare parte delle misure restrittive che si applicano reciprocamente.
Sul clima
In un momento in cui l'Europa attraversa un'ondata di caldo senza precedenti, considerata dagli scienziati come un sintomo del cambiamento climatico, si è temuto fino all'ultimo che sul tema ci fosse qualche defezione dei Paesi emergenti, attratti nell'orbita dell'amministrazione americana. Alla fine, nel comunicato, i Paesi hanno ribadito l' l'irreversibilità degli Accordi di Parigi e si sono impegnati a favore della "piena attuazione" delle loro misure nazionali contro il cambiamento climatico, tutti ad eccezione degli Stati Uniti.
Un punto rileva che gli Stati Uniti "ribadiscono la decisione di ritirarsi dagli Accordi di Parigi perché rappresentano uno svantaggio per i lavoratori e i contribuenti americani" e, nonostante ciò, quel Paese è riconosciuto come un "leader" nella protezione ambientale.
I ministri degli Esteri di Francia, Cina e il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, hanno fatto una dichiarazione congiunta per incitare ad agire contro il cambio climatico. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha chiesto di "cambiare il formato del G20" e ha detto che "bisogna andare oltre" in tema ambientale.
Sulla plastica
Nel testo finale, c'e' l'obiettivo di "ridurre a zero" la contaminazione delle plastiche negli oceani entro il 2050, una meta globale battezzata come "Visione degli Oceani Azzurri di Osaka". Organizzazioni ecologiste come Greenpeace, il Centro Giapponese pe una Società e un Ambiente Sostenibili e Amici della Terra hanno definiti insufficienti gli impegni concordati tanto in materia di cambiamento climatico che dei residui di plastica e hanno organizzato proteste a margine del vertice.