Si avvia all'epilogo, in Francia, il caso di Vincent Lambert, il 42enne tetraplegico in stato vegetativo da oltre 10 anni e al centro di un'accesa battaglia legale, una vicenda diventato il simbolo del dibattito sull'eutanasia, le cure di fine vita, la morte degna: a partire da lunedì è infatti programmata la sospensione delle sue cure. Nel tentativo di invertire il corso, i genitori hanno fatto un ultimo disperato appello al presidente francese, Emmanuel Macron.
Si calcola che il protocollo di fine vita potrebbe durare da due a quattro giorni, e includere, oltre allo stop alle macchine per idratarlo e nutrirlo, una sedazione "controllata, profonda e continua". Lambert, infermiere psichiatrico e che oggi ha 42 anni, è in uno stato vegetativo da quando, nel settembre 2008, rimase coinvolto in un incidente stradale. Una vicenda quindi non dissimile da quella di Eluana Englaro.
Il trauma gli ha provocato una lesione cerebrale che lo ha reso tetraplegico e assolutamente dipendente. Nel 2011 i medici hanno escluso qualsiasi possibilità di miglioramento e nel 2014 la sua condizione è stata classificata come vegetativa.
Ferocemente contrari all'interruzione del trattamento, i genitori, che hanno chiesto per domani, domenica, un raduno davanti all'ospedale di Reims per "supplicare" i medici affinchè continuino a "nutrire e idratare" il figlio. La stessa famiglia è lacerata. Da una parte i genitori, Viviane (73 anni) e Pierre (90), ferventi cattolici, la sorella e un fratellastro.
Sul fronte opposto, la moglie di Vincent, Rachel, il resto dei fratelli e sorelle e suo nipote Francois, che denunciano l'accanimento terapeutico.
I dubbi della Chiesa
Gli avvocati dei genitori, Jean Paillot e Jerome Triomphe, si sono rivolti al capo dello Stato perché Macron è "il solo e l'ultimo a poter intervenire". Nel momento in cui la Francia assume la presidenza del Consiglio d'Europa, Parigi -hanno fatto presente- potrebbe dare un "segnale disastroso sia alle persone handicappate che alla comunità internazionale".
La lettera dei genitori di Vincent Lambert arriva dopo che, ieri, il Comitato internazionale dell'Onu che si occupa dei diritti delle persone handicappate aveva chiesto nuovamente alla Francia di non interrompere il mantenimento in vita del quarantaduenne tetraplegico.
Anche il "Defenseur des droits" - l'authority francese incaricata di assicurare il pieno godimento dei diritti ai cittadini - aveva affermato che "le misure provvisorie chieste dal Comitato delle Nazioni Unite devono essere rispettate dallo Stato". La questione è stata trattata da numerose giurisdizioni nazionali e internazionali.
Da segnalare inoltre che è tornato ad esprimersi anche il gruppo di bioetica della Conferenza episcopale francese che, nei giorni scorsi aveva già invitato a "rispettare l'etica e lo Stato di diritto": stavolta in un comunicato i vescovi si chiedono "perché questa fretta nel condurre (Vincent Lambert) verso la morte?".