La maxi riforma delle pensioni mette sempre più in difficoltà il governo francese e l'Eliseo. L'ultima tegola è quella delle dimissioni del super commissario, Jean-Paul Delevoye, travolto dallo scandalo di conflitti di interessi e incarichi non dichiarati.
Nel frattempo, con la promessa del presidente Emmanuel Macron di trovare "il prima possibile un sostituto", lo sciopero dei sindacati continua a paralizzare il Paese, con oltre 600 chilometri di code accumulate solo nella regione della capitale. Il timore è che il braccio di ferro possa protrarsi fino a Natale, rovinando le tanto attese vacanze a milioni di francesi.
Delevoye, da sempre poco gradito ai sindacati, è finito nel loro mirino dopo aver ammesso nel weekend di non aver menzionato 13 suoi incarichi nel settore privato, sia pagati che non pagati, in una recente dichiarazione patrimoniale. In uno di questi, come presidente del think-tank sull'istruzione di Parallaxe, è stato pagato quasi 5.400 euro al mese in aggiunta al suo stipendio ministeriale, denaro che non gli spetterebbe in base a una legge sulla trasparenza politica del 2013. "Jean-Paul Delevoye ha fatto queste omissioni in buona fede, ora sarà in grado di spiegare", ha affermato un funzionario della presidenza francese.
Delevoye ha dichiarato che - ovviamente - rimborserà i soldi, per un totale di oltre 120 mila euro da settembre 2017. Ma Laurent Berger, capo del piu' grande sindacato francese, il Cfdt, ha definito "scioccanti" le omissioni di Delevoye, dicendo a radio France Info che "ovviamente danneggiano la sua credibilita'".
Accantonato il dossier Delevoye, i sindacati continuano a chiedere a Macron di abbandonare il suo piano di creare un unico sistema pensionistico tra i 42 schemi esistenti, sostenendo che milioni dovrebbero ritardare la pensione per ottenere una pensione completa. Il capo dell'Eliseo ha espresso la sua "solidarietà" con i milioni colpiti dagli scioperi, ma finora non ha mostrato alcun segno di arretramento di quella che ha definito "una riforma storica".
Domani sono previste nuove manifestazioni, con diverse università tra cui la Sorbona di Parigi che hanno dichiarato di aver annullato o rinviato gli esami di fine anno perché gli studenti non sarebbero stati in grado di presentarsi.
La giornata di blocchi stradali da parte di camionisti, che chiedono una retribuzione più elevata, si è aggiunta agli ingorghi che hanno totalizzato quasi 630 chilometri a Parigi e nei suoi sobborghi durante l'ora di punta del mattino, quasi il doppio dell'ordinario. La maggior parte delle linee della metropolitana nella capitale è rimasta chiusa o ha subito disagi mentre hanno operato pochissimi treni e in tutta la Francia era in funzione uno su tre treni del Tgv.