Gli oceani coprono il 70% del pianeta, producono il 50% del nostro ossigeno, sono in grado di eliminare fino al 30% del diossido di carbonio e dal 1970 hanno già assorbito il 90% del calore prodotto dall'uomo: una risorsa vitale per l'umanità. La giornata mondiale a loro dedicata è l'occasione giusta per ricordare quanto sia importante agire per preservarne integrità e bellezza
È tempo di salvare gli oceani
Per sensibilizzare l'umanità, il periodo 2021-2030 è stato proclamato dell'Onu 'Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile', proprio per rafforzare la cooperazione tra scienziati e conoscere sempre meglio questo mondo così poco conosciuto.
"Entro la fine del secolo se gli sforzi attuati non miglioreranno, anche in uno scenario di emissioni basse, cresceranno i rischi allagamento per isole quali Maldive e comunità dell'Artico", ha avvertito Alexandre Magnan, ricercatore all'Iddri di Parigi e co-autore del rapporto Ipcc sugli oceani.
Invece se le emissioni dovessero crescere sarebbero a rischio anche megalopoli quali New York, Shanghai e aree di agricoltura tropicale vaste quanto il delta del Mekong. E dopo il 2100, secondo le previsioni scientifiche, l'aumento del livello dei mari potrebbe essere 100 volte superiore rispetto ad oggi.
Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno cruciale per la tutela della biodiversità e il contrasto ai cambiamenti climatici, ma la pandemia di Covid-19 ha fatto slittare molte delle conferenze internazionali. Tra queste anche il summit di Lisbona sugli oceani, in agenda ad inizio giugno nella capitale portoghese.
Si stanno rapidamente deteriorando e ad oggi il 40% degli oceani e dei mari patisce le conseguenze dell'aumento delle temperature, dell'acidificazione delle acque (+26% dall'inizio dell'era industriale), dell'innalzamento del loro livello, della pesca intensiva (33% delle specie), dell'inquinamento della plastica, decuplicata dagli anni '80.
Numeri alla mano, durante l'ultimo decennio lo scioglimento del permafrost ha fatto aumentare il livello dei mari di 3,6 mm l'anno, che potrebbe crescere di 1,5 cm l'anno entro la fine del secolo, causando un aumento globale di 1,10 metro nel 2100. Dal 1992 si è riscaldato anche l'oceano profondo, oltre i 2.000 metri, soprattutto l'Oceano australe, danneggiando gli ecosistemi.
L'altra minaccia che incombe sugli oceani è quella dei rifiuti di plastica, con 8 a 13 milioni di tonnellate di rifiuti scaricati ogni anno, danneggiando irrimediabilmente biodiversità ed ecosistemi marini.
La tutela della vita marina è il 14esimo Obiettivo di sviluppo sostenibile dell'elenco stilato dalle Nazioni Unite, proprio per evitare l'eutrofizzazione costiera destinata ad aumentare del 20% entro il 2050. Sul tavolo negoziale di organizzazioni e governi, l'obiettivo di proteggere il 30% della superficie marina entro il 2030, sia in acque territoriali che internazionali