Ne "il Leviatano" di Joseph Roth il mercante Nissen Piczenik descriveva i coralli come animali marini "che solo per accorta modestia si fingevano alberi e piante, così da non essere attaccati o divorati dai pescecani". Dietro a quelle parole, incastonate in un racconto incentrato sul tema della nostalgia e dell'appartenenza, c'era l'esistenza di una specie intera, tra bellezza e fragilità, perfezione e debolezza. I pescecani di quelle pagine, nella realtà, hanno assunto forma umana. I coralli vengono tagliati, a volte decapitati, sfruttati, sempre più maltrattati. Feriti e infettati. Contro l'inquinamento, l'innalzamento delle temperature degli oceani o l'incuria non è possibile fingersi qualcos'altro. Servono grandi piani di protezione e geniali, seppur piccole, invenzioni. Come il cerotto intelligente creato daIl'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), in collaborazione con il MaRHE Center (Marine Research and High Education Center alle Maldive) dell'Università di Milano-Bicocca.