Il 13 giugno potrebbe essere una data storica per tutti quei figli e figlie di preti, ragazzi fantasmi la cui esistenza è ancora un tabù per la Chiesa cattolica. Quel giorno incontreranno diversi vescovi ai quali racconteranno la loro vita, dopo anni di silenzio per non dire vergogna sulle loro origini. L’insolito incontro, annunciato dal segretario generale della Conferenza dei vescovi di Francia (Cef) Olivier Ribadeau-Dumas, viene definito dai media francesi “un gesto inedito di apertura” che potrebbe aprire la strada a un riconoscimento atteso da tempo.
Un primo incontro segreto lo scorso febbraio
Sul tema molto sensibile negli ambienti ecclesiali non ci sono per ora grandi commenti oltre alle concise comunicazioni ufficiali della Cef. “A metà giugno incontreranno i vescovi della Commissione episcopale per i ministeri ordinati e i laici in missione ecclesiale (Cemoleme)” ha confermato nei giorni scorsi monsignor Ribadeau-Dumas. Un annuncio che giunge tre mesi dopo un incontro a lungo segreto tra lo stesso segretario della conferenza episcopale francese e tre figli di preti, risalente allo scorso 4 febbraio, presso la sede della Cef a Parigi.
In quella occasione è stata affrontata una doppia questione, ancora tutta da approfondire: da una parte la sorte dei preti che hanno avuto/avranno un figlio durante il sacerdozio e dall’altra il riconoscimento di questi figli nelle comunità parrocchiali. Il segretario generale della Conferenza dei vescovi di Francia ha ricevuto nella massima riservatezza tre esponenti dell’associazione ‘I Figli del silenzio’ (‘Les Enfants du silence’) che rappresenta tutte le persone – in tutto una cinquantina - nate dal rapporto tra un sacerdote, una suora o una laica. Per un’ora e mezza a monsignor Ribadeau-Dumas hanno raccontato di essere stati educati e cresciuti in segreto, come i “figli del peccato”, con un sentimento di vergogna che li ha accompagnati per tutta la vita.
Il sollievo e le speranze dei ‘Figli del silenzio’
Sulla scia dell’incontro dello scorso febbraio, quello previsto per il 13 giugno dovrebbe consentire a questi figli e figlie nascosti di testimoniare della loro esistenza, “messi da parte e cresciuti nella vergogna, nel segreto”, come riferiva il quotidiano francese ‘Le Monde’ nei giorni scorsi.
Usciranno finalmente dall’ombra e dal silenzio: per loro è già un primo passo sulla lunga strada verso un auspicato ma incerto riconoscimento ufficiale da parte della gerarchia ecclesiale. In Francia a dare voce a molti di questi figli segreti è Anne-Marie Jarzac, figlia di un prete e di una suora, presidente dell’associazione ‘Enfants du silence’.
“È stato un momento molto emozionante. Per la prima volta abbiamo sentito che la Chiesa ci stava aprendo le porte, che non c’era più la negazione, ma piuttosto l’ascolto e la consapevolezza di ciò che avevamo vissuto”, ha raccontato la Jarzac che ha già definito l’appuntamento di metà giugno come “una tappa cruciale”. Forte di questa ‘apertura’ ha anche scritto a Papa Francesco per allertarlo sulla sorte riservata ai figli di preti, costretti a vivere nascosti e in alcuni casi all’abbandono. “Penso a tutti quei figli di preti che cercano disperatamente di sapere chi era il loro padre” ha sottolineato l’attivista, intervenuta a nome di quanti si trovano nelle sue stesse condizioni.
Un documento segreto del Vaticano su una questione imbarazzante
L’esistenza di questi figli ‘segreti’ rappresenta una prova imbarazzante per quei sacerdoti diventati padri: significa aver infranto la regola del celibato imposta dalla Chiesa cattolica dall’XI secolo. Su questa regola ad oggi non sembra esserci alcuna possibile apertura: lo scorso gennaio Papa Francesco ha ribadito come il celibato dei preti fosse da considerare un “dono per la Chiesa”, pertanto non può diventare “una opzione”.
Nel riferire degli sviluppi concreti registrati in Francia sull’argomento tabù, il quotidiano ‘Le Monde’ ha evidenziato che il primo segnale di apertura nei confronti dei figli dei preti e delle suore è giunto nel momento in cui la Santa Sede ha riconosciuto di essere in possesso di un documento ‘segreto’ che stabilisce le regole da attuare per quei sacerdoti diventati genitori.
Dopo aver preso visione del documento in questione, Vincent Doyle, presidente di ‘Coping International’ - che riunisce figli e figlie di preti in tutto il mondo - ha constatato che “nulla vi suggerisce, indica o implica che il prete debba lasciare il sacerdozio dopo aver avuto un figlio”.
Tuttavia il Vaticano non ha ancora diffuso un testo che fondamentalmente rimetterebbe in discussione la regola ancestrale del celibato forzato per i preti. Nel contempo il porporato francese ha però dato conferma di segnali positivi giunti dalla Santa Sede. “Cerca di fare il possibile perché la dispensa dagli obblighi dello stato clericale sia ottenuta nel più breve tempo possibile, affinché nel caso diventi papà, il prete possa rendersi disponibile accanto alla madre nel seguire la prole” ha detto monsignor Ribadeau-Dumas.