Per la prima volta dopo più di dieci anni, le Nazioni Unite annunciano un chiaro aumento del numero delle persone che nel mondo soffrono la fame. "Questa situazione è il frutto di un vergognoso fallimento dei leader e delle istituzioni internazionali. Il terreno che avevamo faticosamente conquistato in anni di lotta alla fame si può perdere facilmente: oggi ne abbiamo la prova. Centinaia di milioni di persone al mondo soffrono la fame, mentre una manciata di multimiliardari continuano ad accumulare più ricchezza di tutti noi messi insieme. è il paradosso inquietante di fronte al quale siamo". Lo ha dichiarato Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International.
Il problema non è la mancanza di cibo
Il rapporto delle Nazioni Unite "Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo" attribuisce gran parte di questo aumento al "proliferare di violenti conflitti e di shock climatici", ponendo in risalto anche il ruolo giocato dalla carestia in Sud Sudan e le conseguenze che questa potrebbe avere in paesi ad alto rischio come Nigeria, Somalia e Yemen.
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"La fame non è frutto di una mancanza di cibo: ne produciamo abbastanza per sfamare il mondo. Dobbiamo trovare soluzioni reali e definitive alle cause strutturali dell'insicurezza alimentare. Ciò significa fare pressione per la risoluzione pacifica dei conflitti, tagliare drasticamente le emissioni di CO2 e aiutare le comunità ad adattarsi ad un clima che cambia. Significa anche investire nelle donne, che più degli uomini corrono il rischio di cadere nella morsa della fame", aggiunge Byanyima.
"Sapevamo di questa tempesta perfetta"
"Per anni, le persone con cui lavoriamo, vale a dire gli agricoltori di piccola scala, i leader delle comunità, i rifugiati ci hanno avvisato della "tempesta perfetta" che i cambiamenti climatici, i conflitti, la fame e la povertà stavano provocando - ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia - Per l'Italia la lotta alla fame nel mondo è da molti anni uno dei capisaldi dell'azione di Cooperazione internazionale allo sviluppo. Una priorità riconfermata anche nell'agenda di Presidenza del G7, in cui l'Italia ambiva a lanciare una nuova iniziativa congiunta dei G7 per promuovere la sicurezza alimentare in Africa Sub-Sahariana. È giunto il momento che l'Italia tenga fede a quell'ambizioso progetto stanziando subito le risorse preventivate, già a partire dalla prossima legge di Bilancio in arrivo alle Camere tra circa un mese - conclude Barbieri - oggi più che mai è imperativo dirigere fondi aggiuntivi di aiuto pubblico allo sviluppo su investimenti di lungo periodo nell'agricoltura di piccola scala dei paesi più poveri. Non possiamo essere la generazione che ammette la sconfitta di fronte al problema della fame. Bisogna ripartire da qui e agire in fretta".
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