Come ampiamente previsto, quella di Viktor Orban alle Europee è stata una vittoria schiacciante: il partito del premier, Fidesz, ha infatti conquistato il 52% dei consensi, come confermato dalla commissione elettorale statale sulla base dello scrutinio del 99,9% delle schede. Seconda forza politica in Ungheria - ma a notevole distanza - è la Coalizione democratica di sinistra (Dk) dell'ex primo ministro Ferenc Gyurcsany, con il 16% dei voti, lasciandosi indietro in maniera decisa gli altri partiti dell'opposizione.
Tra questi, discreta l'affermazione del nuovo partito liberale Momentum, al 10% dei consensi, che ha battuto il partito di sinistra Mszp - fino ad adesso il primo partito dell'opposizione in Ungheria - precipitato al 6,7%, così com'è stato certamente al di sotto delle aspettative il risultato del partito di ultradestra Jobbik, crollato dal 15% al 6,4%. La sola Fidesz ottiene così 13 dei complessivi 21 seggi destinati all'Ungheria, uno in più rispetto a quelli conquistati nel 2014.
Fidesz qualche settimana fa era stata sospesa dal Ppe a causa delle posizioni ed una campagna elettorale decisamente anti-Ue. Per di più Orban, notoriamente su posizioni molto dure dal punto di vista del tema migranti, si era spinto a proporre un'alleanza con la compagine sovranista lanciata da Matteo Salvini. Proposta che però è stato respinto con decisione dai vertici del Ppe, a cominciare dal candidato di punta dei popolari, il bavarese Manfred Weber.
Dopo l'annuncio dei risultati, il premier ha affermato che "di sperare che si realizzi un cambiamento nell'arena pubblica europea a favore di quei partiti che vorrebbero fermare le migrazioni".