L'Olanda dà il via le elezioni europee. I seggi appena aperti nei Paesi Bassi sono i primi ad accogliere gli elettori, seguiti mezz'ora più tardi dalla Gran Bretagna. Occhi puntati quindi sugli exit poll, con i timori nelle capitali europee per l'ondata populista e sovranista, in attesa dei risultati ufficiali dell'intero blocco comunitario domenica.
Dopo l'Olanda, seggi aperti anche in Gran Bretagna: i cittadini del Regno Unito si recheranno alle urne per eleggere i loro eurodeputati, pensando però alla Brexit dopo la giornata caotica di ieri in cui la premier Theresa May è stata di nuovo sotto attacco all'interno del suo stesso partito. L'inquilina di Downing Street resiste arroccata sulle sue posizioni ma cresce sempre di più la fronda interna, come dimostrano anche le dimissioni di ieri sera di Andrea Leadsom, ministro per i rapporti con il Parlamento, il 36esimo ministro a lasciare l'esecutivo May, il 21esimo per dissensi sulla Brexit.
Elezioni surreali quelle europee in un Paese che dopo il referendum del 2016 in cui scelse di lasciare l'Ue, mai avrebbe pensato di parteciparvi. E la sfiducia verso Bruxelles e le istituzioni comunitarie, così come la protesta contro il governo di Londra che non è ancora riuscito a trovare un accordo per uscire dal consesso europeo, è evidente anche nei sondaggi: le ultimi analisi davano il partito Brexit di Nigel Farage in forte vantaggio con il 37% delle preferenze, seguito dai Liberal-Democratici europeisti con il 19%, poi i laburisti al 13% e i Tory solo quinti con il 7%.