Il problema migranti. Neanche Mago Merlino riuscirebbe a risolverlo. E l'Italia certamente, non può farcela da sola. L'Europa deve quindi agire di più. A parlare è il premier Paolo Gentiloni, in aula al Senato per parlare del vertice Ue che si apre questo giovedì a Bruxelles.
Il governo, ha spiegato il premier, è consapevole "della fragilità della situazione libica e della complessita' del percorso di stabilizzazione" ma il lavoro che si sta facendo con la Libia per frenare "i migranti in procinto di attraversare il mare", sta dando "segnali". "Su questa strada, per quanto impervia e arrischiata, possiamo ottenere gli unici risultati che oggi ci consentano, non di cancellare il tema dell'immigrazione, perché non lo cancella neanche il mago Merlino, ma di regolare i flussi". Per Gentiloni "questo è l'obiettivo che l'Unione europea dovrebbe proporsi e io mi aspetto che, come è stato a Malta, a Bruxelles si faccia un passo in più, soprattutto in termini di risorse". Gentiloni non si rassegna all'idea che l'Unione abbia due diverse rigidità, "una inamovibile quando si parla di virgole e di bilanci e una distratta e tollerante quando si parla di decisioni che affrontano questioni di principio come quella sui flussi migratori".
"Superare il trattato di Dublino"
Intanto nello stesso giorno dal Consiglio d'Europa, l'organizzazione internazionale con base a Strasburgo che si occupa di diritti umani, è arrivato un nuovo richiamo che tira in ballo l'Italia, sottoposta a una "enorme pressione", che non può essere lasciata sola ad affrontare questa sfida. Ed evidenzia numerose criticità. "Le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate rischia di incoraggiare l'afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari" si legge nel rapporto del rappresentante speciale Tomas Bocek che sottolinea che il sistema dell'accoglienza dei migranti in Italia funziona; ma che occorre intervenire sul sistema europeo di asilo, velocizzando le procedure e superando il principio secondo cui la domanda deve essere presentata nel paese di arrivo, come previsto dal trattato di Dublino. "L'Italia - si legge - deve migliorare la capacità di accoglienza del proprio sistema di asilo e le politiche di integrazione". Inoltre, deve "prevenire la tratta di esseri umani e combattere la corruzione nel campo dei servizi collegati all'immigrazione". È necessario accelerare sulla redistribuzione dei migranti, non solo negli altri paesi dell'Unione europea ma anche in tutti quelli del Consiglio d'Europa, e affrontare con più determinazione i casi dei minori non accompagnati, che hanno diritto a più tutele e all'educazione: nessuno di loro, rileva il rapporto, viene "ricollocato" dall'Italia verso altri paesi, e i sindaci dei luoghi di accoglienza, responsabili per legge della loro tutela, non sempre riescono a rispettare questo impegno.