Un quartier generale da cui coordinare le missioni militari Ue e un maggiore utilizzo dello strumento delle "cooperazioni permanenti strutturate" fra gruppi di Stati, previsto dal trattato di Lisbona per il settore della difesa. Sono i due punti principali del rafforzamento della difesa comune deciso dai ministri degli Esteri e della Difesa europei in vista del vertice dei capi di Stato e di governo Ue di giovedì e venerdì prossimi. In un contesto internazionale in mutazione, sempre più minaccioso, non solo vicino ai confini ma anche lontano, come hanno dimostrato i nuovi missili lanciati dalla Corea del Nord, l'Unione europea cerca di rinserrare i ranghi, anche in risposta alle "provocazioni" del presidente Usa Donald Trump che ha accusato i partner europei nella Nato di investire troppo poco nella sicurezza dei propri cittadini.
C'è anche Londra. Purché la Nato non sia in discussione
"Solo sei mesi fa abbiamo cominciato a lavorare sul rafforzamento del sistema di difesa e di sicurezza comune - ha osservato, dicendosi "orgogliosa", il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini - e oggi, dopo appena sei mesi, abbiamo dei passi avanti concreti approvati all'unanimità, in un settore tradizionalmente considerato divisivo fra i paesi europei". Anche il Regno Unito per bocca del segretario agli Esteri Boris Johnson, ha confermato che "sarà sempre parte di un'architettura di sicurezza europea, se naturalmente questo non mettera' in discussione la Nato". I 28 hanno dato il loro via libera alla creazione, nelle prossime settimane, di una "capacità militare di pianificazione e conduzione" per le missioni e le operazioni Ue. Il quartier generale sarà formato da una trentina di persone che da Bruxelles guideranno le tre missioni di formazione in Mali, Somalia e Repubblica centrafricana, che impiegano attualmente circa 600 militari, e sarà guidato dall'attuale capo di stato maggiore europeo, il finlandese Esa Pulkkinen. "Non è un esercito europeo, anche se so che questa definizione viene fatta circolare, ma un modo più efficace di gestire il nostro lavoro militare.
L'idea della Nunziatella come centro di formazione europeo
Il secondo aspetto riguarda la "cooperazione strutturata permanente", Pesco in gergo comunitario. "Sarà aperta a tutti gli stati che vorranno prendere gli impegni vincolanti - si legge nella decisione del Consiglio - dovrebbe aiutare a generare nuovi sforzi di collaborazione, cooperazioni e progetti". "Si tratta di proteggere i nostri cittadini - ha commentato Mogherini - L'Unione europea ha strumenti unici per aiutare gli Europei a prendere più responsabilita' sulla propria sicurezza, e per farlo con più efficacia". L'Italia proporrà in particolare che la Scuola Militare Nunziatella di Napoli diventi una scuola di formazione Ue nell'ambito di una di queste cooperazioni strutturate, come ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. "Per andare avanti nella difesa europea pensiamo a una scuola, e noi stiamo pensando che la Nunziatella possa diventare di ambito europeo" ha spiegato Pinotti. "Il protagonismo in politica estera di Putin e alcune considerazioni di Trump" rappresentano, secondo il ministro degli Esteri Angelino Alfano, "una grande opportunita'" per quanto riguarda la Difesa comune europea. "In un momento in cui le minacce vengono da sud dobbiamo avere un nostro sistema come di difesa - ha osservato, al termine della riunione - Questo non significa negare la Nato, ma essere complementari".