La scadenza del primo febbraio si avvicina e il confronto tra Italia e Unione europea sul rapporto deficit/pil continua ad alternare momenti di tensione e di comprensione, tutti giocati sul filo dello stesso tema: il terremoto.
Cosa succede il primo febbraio
Il governo dovrà rispondere alla lettera in cui la Commissione europea chiedeva di spiegare come intende colmare il divario, lo 0,2% del Pil pari a 3,4 miliardi, rispetto all'impegno sulla riduzione del debito. E se la Commissione europea continua a esprimere ottimismo su una soluzione, torna a ribadire che quando le spese straordinarie per un'emergenza come quella del terremoto si trasformano in strutturali, allora non rientrano nella trattativa.
Duello tecnico o politico?
La questione appare sempre meno tecnica e più politica, ancora di più dopo che la sentenza della Consulta ha reso più probabile che ci siano nel giro di pochi mesi elezioni anticipate in Italia. C'è addirittura chi ipotizza che il governo potrebbe decidere di andare alla rottura con Bruxelles, chiedendo una proroga dei tempi di "aggiustamento" o andando incontro alla procedura di infrazione.
La Commissione ha intanto confermato che il presidente della Jean-Claude Juncker ha ricevuto, da parte del premier Paolo Gentiloni, la lettera in cui stima in un miliardo la spesa per l'emergenza dell'ultimo terremoto nell'Italia centrale, segno di uno spostamento al più alto livello politico della questione. Ma che la risposta del governo arrivera' entro il primo febbraio lo ha assicurato lo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, a Bruxelles per partecipare all'Eurogruppo: "la risposta arriverà in tempo, in base alla richiesta della Commissione", ha detto prima della riunione con i ministri dell'Eurozona.
Moscovici, dai migranti al terremoto l'Italia è sempre in emergenza
A farsi portavoce dell'ottimismo comunitario, ancora una volta, è stato il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici: il dialogo "positivo e costruttivo" fra Commissione europea e Italia consentirà di "trovare come sempre una soluzione per un paese importante come l'Italia". "Non bisogna avere inquietudini" ha aggiunto, "l'Eurogruppo ha bisogno di un'Italia con idee forti e una situazione forte".
Moscovici ha colto l'occasione per ricordare che, come già sottolineato in precedenti occasioni, "fra le spese che abbiamo già integrato nella discussione con l'Italia ci sono elementi che sono 'one off' (eccezionali, una tantum) e altri strutturali, nel senso che occorre migliorare la prevenzione e il consolidamento per limitare i danni dei terremoti che colpiscono spesso l'Italia". Queste ultime, che incidono proprio su quel deficit "strutturale" che il governo si è impegnato a ridurre, non fanno parte del negoziato in corso, ma "la Commissione è pronta a esaminarle".
Del resto, ha continuato, "si tratta del Paese che più di tutti ha beneficiato della flessibilità: per le riforme strutturali, per gli investimenti, così come per l'accoglienza dei rifugiati in quanto Paese in prima linea, e per i terremoti che scuotono il Paese".