Roma - Tornare presto sui livelli di interscambio pre-crisi e costruire una partnership "piu' profonda e duratura" sfruttando a pieno le potenzialita' di libero scambio dell'accordo di associazione fra Ue e Ucraina: la Deep and Comprehensive Free Trade Area. E' il messaggio lanciato da Stefano Pan, vice presidente di Confindustria, nel corso del Business Forum Italia-Ucraina. Il Forum e' stato organizzato dagli industriali in occasione della visita a Roma di una delegazione di imprese coordinate dall'Ulie, l'Ukrainian League of Industrialists and Entrepreneurs, la principale associazione industriale del paese.
Pan ha innanzitutto ringraziato il Vice Ministro alla Presidenza del Consiglio ucraino, Mykhaylo Titarchuk, e il Presidente della Commissione per lo Sviluppo Imprenditoriale del Parlamento di Kiev Victor Halasiuk, per la partecipazione all'iniziativa.
"Sono convinto - ha detto - che i legami economici, sociali e culturali che abbiamo costruito in questi anni debbano suggerire a tutti i Governi coinvolti un profondo senso di responsabilita' e imporre le armi del dialogo e della diplomazia come le uniche possibili per risolvere le controversie. Il nostro auspicio, come cittadini prima ancora che come imprenditori, e' che si possa presto registrare una netta inversione di tendenza rispetto all'escalation degli anni passati, e che in conseguenza di cio' la collaborazione fra le nostre imprese possa presto tornare sui livelli pre-crisi".
Secondo Pan c'e' un fattore fondamentale che puo' favorire una partnership piu' profonda e duratura fra Ucraina a Italia: "lo scorso primo gennaio e' infatti entrata il vigore la componente economica dell'Accordo di Associazione fra Ue e Ucraina: la Deep and Comprehensive Free Trade Area (Dcfta). Essa rappresenta il primo esempio di una nuova generazione di accordi commerciali dell'Unione con i Paesi dell'Est Europa". Si tratta di "uno dei piu' ambiziosi ed onnicomprensivi fino ad oggi sottoscritti da Bruxelles, che pone al centro delle relazioni bilaterali la dimensione economica e mira alla creazione di una zona di libero scambio attraverso due canali altrettanto importanti: il primo e' la progressiva eliminazione dei dazi doganali e delle quote all'import; il secondo, l'armonizzazione di leggi, norme e regolamenti in materia commerciale. A regime il Dcfta prevede che Ucraina e Ue avranno liberalizzato rispettivamente il 99,1% e 98,1% dei dazi in valore in essere al 2014".
Pan ha ricordato le stime della Commissione Europea: l'intesa permettera' agli esportatori ucraini di risparmiare circa 487 milioni di euro all'anno, mentre l'Ucraina eliminera' oltre 390 mln di euro in dazi sull'import dalla Ue. "Nonostante il livello medio di copertura tariffaria dell'Ucraina fosse gia' relativamente basso, - ha proseguito - l'Accordo di Libero Scambio produrra' degli effetti significativi per le imprese italiane, permettendo a quei settori del Made in Italy che non godevano ancora del dazio zero di dispiegare appieno il proprio potenziale di crescita. Cio' avverra' in particolare per i comparti dell'abbigliamento e della meccanica, che rappresentano gia' le prime due voci del nostro export verso il Paese".
Un altro elemento essenziale dell'accordo, ha concluso, "e' rappresentato dal miglioramento del business climate che generera' per gli imprenditori europei, attraverso il contributo alla creazione in Ucraina di un sistema economico piu' certo, trasparente e prevedibile. Il riconoscimento e l'adozione di standard europei e regole comunitarie per materie come le procedure doganali, gli investimenti, il public procurement, le Indicazioni Geografiche o la tutela della proprieta' intellettuale sono infatti provvedimenti che il Governo di Kiev si e' impegnato a varare nei prossimi anni e che per quanto comportino benefici di difficile quantificazione, pongono evidentemente le basi per una maggiore e piu' incisiva presenza delle nostre imprese sul mercato ucraino, soprattutto da parte di quelle piccole e medie, la struttura portante del modello industriale italiano".
I NUMERI DELL'INTERSCAMBIO ITALIA-UCRAINA
Oltre 200 imprese italiane presenti in Ucraina per un export in crescita nei primi sei mesi del 2016 del 21,6%. Si tratta di una risalita dopo la contrazione che si e' avuta tra il 2014 e il 2015 in conseguenza degli eventi che hanno colpito il Paese e della grave recessione che ne e' derivata.
Ecco alcuni dati sugli scambi commerciali tra i due Paesi:
- Export Italia vs Ucraina 2013: 1,9 miliardi di euro (oltre 200 imprese italiane stabili per un fatturato vicino ai 600 milioni di euro)
- Export Italia vs Ucraina 2015: 904 milioni di euro (-32% rispetto al 2014).
- Import Italia da Ucraina 2015: 2,1 miliardi di euro (-5% rispetto al 2014).
- Composizione export vs Ucraina (dati 2015): Macchine e Apparecchi meccanici (26,7% del totale), Mobili (7,7%), Abbigliamento (7,6%), calzature (4,7%), Macchine elettriche (4,6%), prodotti in plastica (4,4%).
- Composizione import da Ucraina: Minerali ferrosi (50,9%del totale), cereali (15,3%), grassi e oli vegetali o animali (7,6%), sale e zolfo (4,1%), residui industriali (2,7%).
- Gennaio-Giugno 2016: Export Italia +21,6% rispetto allo stesso periodo 2015 - Import -8,3%.
- Quote di mercato Italia 2015: sesto posto come cliente con una quota di mercato del 4,6%, seconda in Ue dopo la Polonia e davanti alla Germania; settimo posto come fornitore con una quota di mercato del 2,8%, terza nell'Ue dopo la Germania e la Polonia e davanti all'Ungheria.
- Flussi netti di Ide italiani in Ucraina (dati 2013): 206 mln di Euro. Stock accumulato 1992-2013: 865 milioni di euro.
- Statistiche Ice-Reprint indicano al 2013 oltre 200 imprese italiane operanti stabilmente in Ucraina; esse occupano oltre 8.300 addetti ed esprimono un fatturato pari a circa 582 milioni di euro.
- Principali Imprese italiane presenti in Ucraina: Eni, Ferrero, Saipem, Conzon Group, Emilceramica.
- Banche presenti: Unicredit, Intesa Sanpaolo. (AGI)