Bratislava - Meno di tre mesi dopo Brexit, l'Europa stenta a riprendersi dallo shock: e dopo le parole del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker che ha parlato di "crisi esistenziale" per l'Unione, oggi a Bratislava i leader dei 27 paesi Ue senza Regno Unito provano a diffondere un messaggio di unita'. Arroccati in un castello con la vista sul Danubio, i Ventisette cercheranno di trovare l'unita' su un'agenda di rilancio del progetto europeo, cercando di sanare le profonde divergenze e definire una 'tabella di marcia' che delinei i passaggi dei prossimi mesi. I temi piu' caldi in agenda, oltre Brexit, sono immigrazione, terrorismo e necessita' di rafforzare la sicurezza comunitaria.
"Paradossalmente cio' che e' successo con il Regno Unito puo' permettere di fare una riflessione molto seria sull'Europa", ha detto il premier Matteo Renzi, che in mattinata ha partecipato alla riunione dei leader socialdemocratici e ha incontrato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e quello del Parlamento europeo, Martin Schulz. Al termine Renzi ha parlato di "buon clima" e si e' augurato che l'Ue si occupi meno di burocrazia e piu' delle "questioni fondamentali". Tornando sul Patto di stabilita' Renzi ha ribadito la richiesta italiana di una maggiore elasticita': "La stabilita' piu' importante e' quella dei nostri figli, prima ancora di quella delle varie regole". Uno dei temi principali e' quello della sicurezza e il rilancio della difesa europea, dentro e fuori i confini. "E' la sfida per l'Europa", ha ricordato il presidente francese, Francois Hollande. Del resto, anche se l'uscita del Regno Unito rappresenta l'uscita di una delle maggiori potenze militari, esce anche il Paese piu' reticente ad avanzare verso un esercito comune. Francia e Germania condividono l'iniziativa che Federica Mogherini aveva illustrato proprio a Bratislava ai ministri degli Esteri della Ue il 2 settembre, sia sul fronte delle operazioni comuni sotto il cappello Ue, sia per ottenere un maggior finanziamento europeo in materia di difesa. E anche i paesi Ue che nei mesi passati si sono dimostrati piu' recalcitranti ad accettare le politiche comuni, soprattutto in tema di immigrazione, ovvero i cosiddetti 4 di Visegrad (Repubblica ceca, Slovacchia, Polonia ed Ungheria) hanno oggi sottolineato l'importanza di rilanciare il progetto europeo e l'agenda politica Ue. Il gruppo V4 ha diffuso una dichiarazione congiunta in cui affronta i diversi temi sul tavolo: sulla controversa questione dell'immigrazione si auspica una "solidarieta' flessibile" mentre "ogni meccanismo di distribuzione dovrebbe essere volontario". Il gruppo ribadisce ancora il suo interesse per un approccio comunitario in cui i paesi abbiano un peso maggiore, con un ridimensionamento del ruolo della Commissione a vantaggio di quello del Consiglio e il coinvolgimento di tutti nelle decisioni: "l'integrazione europea e' un progetto comune e tutti I negoziati devono quindi essere inclusive e aperti a tutti". (AGI)
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