Un macchina da 63 milioni di euro non si mette in mano a un 'rookie', a una recluta dell'aeronautica. Specie quando se ne hanno a disposizione 87 (dovranno essere 96) e costituiscono il fulcro della difesa aerea italiana. Per questo quello che è successo al capitano Gabriele Orlandi, 36 anni e in aeronautica da quando ne aveva diciotto, è un mistero.
Le ragioni per cui si sia inabissato insieme al suo aereo durante lo show di Terracina sono tutte da chiarire: Orlandi era un pilota esperto, in servizio al reparto di sperimentazione di Pratica di Mare, e in confidenza con l’Eurofighter Typhoon del Reparto Sperimentale di Volo.
Cosa può essere successo
Le ipotesi avanzate finora sono numerose, e a guidarle è il fatto che il Capitano non si sia ‘eiettato’. In questa circostanza infatti si trova un indizio prezioso per capire cosa sia successo all’interno dell’abitacolo. Dopo una serie di giri della morte piuttosto larghi infatti, sembra che l’aereo faccia un’ultima acrobazia, troppo larga e vicina allo specchio dell’acqua perché l’aereo possa essere richiamato.
Le ricostruzioni di Repubblica, Quotidiano del Litorale e Corriere
In questo tipo di spettacoli sul mare i piloti volano per lo più a vista, utilizzando punti di riferimento ambientali piuttosto che la strumentazione di bordo, come delle file di boe. Una prima ipotesi dunque potrebbe essere che il pilota abbia perso l’orizzonte, e di conseguenza il senso dell’orientamento. Il cielo plumbeo tende a confondersi con il mare e l’ultima acrobazia del Capitano viene eseguita dando le spalle alla terraferma.
Tre ipotesi
- L'errore umano: il pilota potrebbe aver 'perso l'orizzone' e quindi l'orientamento
- Il malore: qualcosa può non aver funzionato nella tuta anti-g del Typhoon e il pilota potrebbe aver perso i sensi
- Il guasto: qualcosa potrebbe aver fatto perdere potenza ai motori in un momento cruciale
Un’altra ipotesi è che l’aereo abbia avuto una perdita di potenza: potrebbe essere questa infatti la ragione per la quale il suo pilota non è riuscito a evitare il tragico evento. La terza eventualità invece, è che il pilota abbia avuto un malore e di conseguenza perso conoscenza. A stabilirlo sarà l’analisi della scatola nera. Questa ipotesi per ora risulta comunque la più debole.
Un velivolo d'eccellenza
L’Eurofighter è un velivolo capace di raggiungere una velocità dichiarata di Mach 2, che corrisponde a oltre 2.400 chilometri orari. Per questa ragione i piloti di questo tipo di velivolo sono dotati di una tuta ‘anti-g’, studiata specificamente per ammortizzare, grazie a dei cuscinetti interni ad aria compressa, l’effetto della forza di gravità. Quando un pilota è sottoposto ad alti livelli di accelerazione gravitazionale, il sangue può venire spinto verso le gambe. La tuta dell’Eurofighter è specificamente studiata per utilizzare un sistema di cuscinetti ad aria compressa che prevengono questo effetto, ed evitano che il cervello rimanga a corto di sangue. In caso contrario infatti si passerebbe allo stato di presvenimento, chiamato grey-out, e successivamente al black out.
La morte del Capitano Orlandi ha già sollevato in rete grandi polemiche sull’opportunità o meno di continuare a organizzare degli air-show. C’è da dire che questi eventi, oltre che per intrattenere gli appassionati, sono anche un modo per condurre esercitazioni che diversamente verrebbero comunque fatte nelle basi militari.