Neanche un minuto per vendere milioni di biglietti online. Succede in Cina quando la finale mondiale dl più famoso tra gli esports, i videogame che potrebbero presto diventare sport olimpici , sbarca allo stadio olimpico della capitale, facendo registrare in pochissimi secondi il tutto esaurito. Sarà infatti il Bird’s Nest, l’arena di Pechino a forma di Nido d’Uccello (da cui il nome), progettata tra gli altri anche dall’artista Ai Weiwei per le Olimpiadi del 2008, a ospitare il 4 novembre la finale del campionato mondiale di LOL (League of Leagends).
La finale tra due coreani, a Pechino
A contendersi il titolo di campioni mondiali davanti a 80milioni spettatori - tanti ne può contenere lo Stadio di Pechino - non ci saranno squadre cinesi (le ultime due sono state eliminate alle semifinali) ma due team sudcoreani. Non importa: un esercito di scatenatissimi fan alle 10 in punto di mercoledì scorso ha preso d’assalto il sito di vendite online Damai.cn, di proprietà del colosso dell’e-commerce Alibaba. Una manciata di minuti dopo i bagarini stavano già rivendendo i biglietti a un valore fino a venti volte il costo originale.
I biglietti compresi tra i 280 yuan (42 dollari) e i 1,280 yuan (196 dollari) hanno registrato un istantaneo sold out, mentre quelli da 480 yuan (74 dollari) sono stati rivenduti a un costo finale di 13mila yuan (circa 2mila dolari). E non sono mancate le polemiche. Come scrive Sixth Tone, centinaia di migliaia di fan sono rimasti a bocca asciutta, nell’impossibilità di completare l’acquisto su Damai.cn che risultava apparentemente ingolfato. Ma la quasi immediata messa in vendita dei medesimi biglietti a prezzi maggiorati su altri outlet, ha sollevato un polverone di accuse, costringendo Dalai.cn a giustificarsi sul proprio account Weibo (il twitter cinese), celandosi dietro la spiegazione che il sistema fosse andato in tilt a causa di un traffico eccessivo. Che aveva generato un ingorgo.
5 partite da 50 minuti: la sfida cinese del LOL
Ingorgo nato per assicurarsi una posto a sedere allo stadio pechinese in occasione dell’attesissimo show che sabato vedrà i finalisti sfidarsi al videogioco multiplayer – LOL - con circa 70 milioni di utenti attivi al mese (dati 2015). Ogni squadra ha 5 giocatori, ogni match si gioca al computer, per un totale di cinque partite che durano, ciascuna, fra 20 e 50 minuti. L’obiettivo è eliminare i campioni avversari. In Cina LOL gode di enorme popolarità: non a caso è stato sviluppato da Riot Games, posseduto in maggioranza dal colosso di internet Tencent, che gestisce la popolarissima app di messaggistica istantanea Wechat.
Sette cinesi su dieci giocano ai videogame. Sono quasi tutti adolescenti (gli atleti in tutto il mondo hanno un’età compresa dai 15 ai 25). Secondo i dati della società di intelligence Newzoo, si tratta di un mercato enorme che appassiona all’incirca 560 milioni di gamers (gli utenti internet sono 720 milioni). Il valore? 24,4 miliardi di dollari all’anno (il giro d’affari negli Usa e in Asia ha raggiunto nel 2016 quota 463 milioni). “Honour of Kings” è uno spin off di LOL, e ha costretto Tencent a fissare un tempo massimo per prevenire la dipendenza tra le fasce più giovani. Per capire la dimensione del fenomeno, basta entrare in qualsiasi internet café, da Pechino a Chengdu, dove i ragazzini cinesi spendono l’intera giornata davanti al monitor. A giocare da soli.