Donald Trump non ha tutti i torti quando attacca la Germania per le scarsissime spese per la difesa, con conseguenti squilibri nelle quote di finanziamento della Nato.
I fondi impiegati da Berlino per finanziare le proprie forze armate ammontano all'1,2% del Pil (dati Sipri), contro, ad esempio, l'1,7% dell'Italia. In termini assoluti non si tratta di una somma da niente: 44,3 miliardi di dollari stanziati per il 2018, contro i 29,2 miliardi di dollari messi a bilancio nello stesso periodo dal nostro Paese.
Evidentemente, però, questa cifra non basta, o quantomeno non è investita in maniera efficiente, considerando pure che finisce in larga parte per finanziare le forze di terra. La Marina tedesca ha infatti dimensioni piuttosto limitate: 65 navi, un numero lontano non solo dalle circa 180 imbarcazioni militari messe in campo da Francia e Italia ma anche dal centinaio scarso di Spagna e Grecia. Nondimeno, i soldati della Bundeswehr (che un ufficiale britannico avrebbe bollato con sprezzo come una "aggressiva organizzazione di campeggiatori"), pur venendo da uno dei Paesi più prosperi del mondo, finiscono a volte per non avere nemmeno i fucili per le esercitazioni.
Manici di scopa per le esercitazioni Nato
Aveva fatto il giro del mondo la notizia secondo la quale, durante un'esercitazione Nato avvenuta lo scorso settembre in Norvegia, gli effettivi del Panzergrenadierbataillon 371 si ritrovarono, tra il presumibile ludibrio degli alleati, senza un numero sufficiente di armi per le manovre. Mancavano il 31% dei fucili necessari, il 41% delle pistole e ben tre quarti dei visori notturni richiesti. I soldati furono costretti a dipingere dei manici di scopa di nero e attaccarli ai blindati Boxer perché almeno visivamente dessero l'idea. Un portavoce del ministero della Difesa teutonico ammise di aver ricevuto segnalazioni a riguardo dal battaglione e affermò candidamente di non avere alcuna spiegazione per un episodio tutt'altro che isolato.
Nel 2014, riporta il Telegraph, le forze speciali del Kommando Spezialkrafte dovettero ritirarsi con imbarazzo da un'altra esercitazione Nato perché non gli era stato fornito un elicottero. Il ministro della Difesa, Ursula Von Der Leyen, tuttora in carica, fu costretta a dichiarare che Berlino non poteva rispettare i suoi impegni con l'Alleanza Atlantica a causa di una carenza di mezzi i cui effetti si stavano colorando di comicità involontaria.
In numerose caserme, per esempio, le autoblinde mancanti per le esercitazioni erano state sostituite da banali Mercedes Vito. Von Der Leyen promise di correre ai ripari. Quattro anni dopo, il budget militare tedesco è sceso ulteriormente (dall'1,3% all'attuale 1,2%) e lo stato di abbandono del parco mezzi è peggiorato ancora.
Il declino di un'aeronautica che terrorizzò l'Europa
La situazione dell'aeronautica è altrettanto preoccupante. Su 109 aerei da combattimento Typhoon a disposizione, nel 2015 solo 42 risultavano pronti all'impiego a causa dei problemi di manutenzione. Su 89 bombardieri Tornado, solo 38 erano operativi. Per quanto riguarda gli elicotteri, la situazione non migliora: solo 12 dei 62 Tiger e 16 dei 72 CH-53 possono essere utilizzati per le esercitazioni.
Un destino ironico per un Paese che fu vicino a conquistare l'intera Europa proprio grazie all'uso letale e innovativo dell'aviazione da guerra. Ars Technica cita un rapporto recente che snocciola numeri ancora più impietosi: le fregate della nuova classe F-125 non sono state consegnate perché solo 5 su 13 avevano superato il collaudo in mare. E i sommergibili eredi dei temibili U-Boot? L'ultimo che era rimasto in servizio è stato ritirato per riparazioni. Gli altri sono tutti in attesa dei pezzi di ricambio.
L'attesa della prossima esercitazione congiunta Nato, che vedrà schierata la brigata multinazionale Very High Readiness Joint Task Force, è poi un vero incubo. Dei 244 carri armati Leopard in organico, 105 sarebbero "pronti all'uso" ma appena nove sono armati secondo i requisiti richiesti dalla manovra. Insomma, nella remota ipotesi che un giorno la Russia decida di attaccarci, non potremmo certo contare sulla Bundeswehr.
E ora von der Leyen pensa a una "legione straniera"
Ma qual è la ragione di un simile declino? Sicuramente non è un problema di soldi. Da una parte ci sono ragioni culturali. In Germania è ancora diffuso il senso di colpa per la Seconda Guerra Mondiale e ciò crea una notevole idiosincrasia per tutto ciò che è militare in larga parte dell'opinione pubblica.
Dall'altra più prosaici fattori economici. Se in un Paese come l'Italia è anche l'elevata disoccupazione giovanile a spingere molti ragazzi verso una carriera nella Difesa, in Germania, dove questo problema non esiste, l'abolizione della leva obbligatoria ha causato una carenza di personale ormai strutturale. L'Italia può vantare un esercito di quasi 100 mila effettivi su una popolazione di 60 milioni di abitanti. La Germania, che di abitanti ne ha oltre 82 milioni, ha poco più di 61 mila soldati. Che fare? Un'idea ci sarebbe: arruolare stranieri comunitari.
Il ministero della Difesa tedesco starebbe infatti pensando di creare una vera e propria "legione straniera". "L'idea, avanzata già nel libro bianco presentato due anni fa dalla ministra Ursula von der Leyen e tornata al centro del dibattito in questi giorni, suscita polemiche sia all'interno che fuori dalla maggioranza di governo", spiega il Corriere, "ma quella degli effettivi insufficienti non è solo una questione di spesa militare. La legge federale prevede infatti che ci sia un 'particolare rapporto di fiducia tra lo Stato e il soldato', la cui premessa è la cittadinanza tedesca". Una proposta che non è piaciuta alla Spd, secondo la quale proporre un passaporto tedesco come condizione per l'arruolamento finirebbe per creare un vero e proprio "esercito di mercenari". Più prosaica la soluzione suggerita dai nazionalisti di Afd, ovvero reintrodurre il servizio militare per tutti.