Si sta per concludere lo spoglio delle elezioni amministrative in Turchia, che hanno visto in bilico fino alla fine le più importanti città del Paese: la metropoli di Istanbul e la capitale Ankara. Confermato quanto predetto dai sondaggi ad Ankara dove il candidato dell'opposizione laica del Chp, Mansur Yavas, si avvia alla vittoria con il 50,37% sul fedelissimo del presidente, Mehmet Ozhaseki, al 47,4% con lo spoglio giunto al 90%.
A Istanbul risultato ancora in bilico
Ancora non è chiaro chi abbia vinto a Istanbul dove ieri, quando il conteggio era al 98% e il candidato di Erdogan, l'ex premier Binaly Yildirim, aveva proclamato la sua vittoria. Il candidato del Chp, Ekrem Imamoglu, aveva però sostenuto di avere in mano dati diversi. "Finiscano il conteggio immediatamente, e lo dicano che Istanbul è ormai dipinta di rosso", tuona ora il politico repubblicano, che gli ultimi danno ora in testa nella corsa alla poltrona di sindaco. Imamoglu ha ringraziato gli elettori e gli alleati nazionalisti dell'Iyi parti, ma sopratutto i filo-curdi dell'Hdp, che, rinunciando a presentare un proprio candidato, hanno fatto confluire i propri voti sul candidato repubblicano, risultando decisivi, sempre in attesa dell'ultimo dato ufficiale.
Ad Ankara, dove il candidato sindaco del Chp era dato già in testa ieri sera, l'Akp non ci sta e annuncia ricorso. Il segretario generale, Fatih Sahin, ha annunciato ricorso denunciando violazioni e voti invalidi contati in 12.158 seggi. Il partito di Erdogan ha perso Ankara dopo un interregno durato 25 anni e terminato ieri con la vittoria del candidato repubblicano Mansur Yavas, che ha prevalso sul rivale Mehmet Ozhaseki.
Erdogan non può gioire
Confermata sindaco l'unica candidata donna dell'Akp, il partito del presidente Erdogan, in una grande città, Fatma Sahin a Gaziantep. L'intera area che confina con la Siria, vale a dire Kilis, Gaziantep e Urfa, rimane saldamente nelle mani del partito di Erdogan.
Il presidente non può comunque gioire per i risultati che provengono dalle città della lunghissima costa turca, tutta in mano all'opposizione, che conquista le importantissime Smirne, Mersin, Antalya, Adana e Hatay. Rimane in mano ai repubblicani anche il confine sia marittimo che terrestre con la Grecia, vale a dire la regione di Canakkale e le città di Edirne e Tekirdag.
I filo-curdi dell'Hdp, che hanno rinunciato a presentare propri candidati in molte città chiedendo di votare per l'alleanza Chp-Iyi, si confermano solo nel sud-est a maggioranza curda vincendo a Diyarbakir, la più grande città curda del Paese, ma anche a Batman, a Sirte, a Van Hakkari e a Mardin. Nel sud-est curdo è sempre forte l'Akp di Erdogan, che ha messo a segno una storica vittoria a Sirnak, una delle aree più oltranziste negli anni del conflitto turco-curdo e vincendo a Bitlis, Bingol, Mus, Agri ed Erzurum.
Sembra uno scrutinio a parte quella che si svolge a Tunceli, nell'Anatolia nord-orientale, dove il partito comunista turco, irrilevante in tutto il Paese, è primo partito con il 32% seguito dai curdi dell'Hdp al 29% e dai repubblicani al 21%, con il partito di Erdogan che ottiene appena il 14% delle preferenze e i nazionalisti quasi del tutto assenti.
In generale, rispetto al voto ai partiti, si conferma l'Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, con il 45,56% dei voti. L'Akp è alleato con i nazionalisti dell'Mhp, in leggero calo rispetto agli ultimi risultati e fermi al 6,4%. I repubblicani del Chp si confermano principale forza di opposizione, con il 30% dei voti, mentre cresce leggermente il partito nazionalista Iyi Parti, che con il 7,4% supera i nazionalisti dell'Mhp da cui si era scisso due anni fa. Male i filo-curdi dell'Hdp, che negli ultimi anni avevano sempre superato il 10% ora sono fermi al 3,9%. Un dato frutto anche della scelta di non presentare candidati in aree del Paese in cui non sono radicati. Sopra l'83% l'affluenza alle urne, in Turchia tradizionalmente sempre molto alta.
Sei morti e venti feriti nelle risse ai seggi
Costano caro le risse ai seggi avvenute in Turchia in occasione delle elezioni locali. Il bilancio parla di 6 morti e 20 feriti, di cui alcuni ricoverati in gravi condizioni. L'episodio più grave a Gaziantep, città al confine sud con la Siria, dove il fratello di un candidato a una circoscrizione ha aperto il fuoco con una rivoltella durante la conta dei voti uccidendo tre persone. La rissa è riesplosa in ospedale, dove alcune persone sono state ferite a colpi di coltello, una è ricoverata in condizioni gravi.
Nella città di Yozgat, nel centro nord, un giovane ha perso la vita dopo che in una discussione a un seggio è spuntata una pistola. Due i feriti. Stessa dinamica nella non lontana Zonguldak, dove è un fucile ad essere stato usato in una rissa costata otto feriti. Altri due morti a Malatya, dove due scrutatori ai seggi sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco. Altre risse hanno portato a vari ricoveri nella capitale Ankara e nella città di Tokat.