C'è chi parla di una "svolta storica" per la Baviera, altri parlano dell'"abisso" dei grandi partiti popolari tedeschi. Quel che è certo è che il voto nel Land più ricco della Germania muta radicalmente il panorama politico bavarese scatenando un'onda d'urto che promette d'arrivare fino a Berlino.
La Csu - il partito "fratello" della Cdu di Frau Merkel che qui governa ininterrottamente dal 1962 e quasi sempre da solo - segna uno dei peggiori risultati della sua storia: secondo le proiezioni delle 20 per la Zdf, i cristiano-sociali si attestano intorno al 37% dei consensi, oltre dieci punti meno rispetto a quel 47,7% che garantì loro la maggioranza assoluta cinque anni fa.
Devastante anche il dato della Spd, che da secondo partito precipita ad un risultato inferiore al 10%: è meno della metà di quanto messo a segno nel 2013, ed è il peggior risultato della storia dei socialdemocratici in Baviera.
I Verdi sono la vera sorpresa in Baviera
Ma è dai Verdi che arriva la vera sorpresa di questo voto: con un dato di poco inferiore al 18%, il partito guidato qui dalla giovane e carismatica Katharina Schulze conquista la palma di seconda forza politica nel Land, ponendo una seria ipoteca sul governo di questa regione, tradizionalmente conservatrice.
In parallelo al successo dei Verdi va letto il risultato inferiore alle aspettative dell'Afd: è vero che la formazione nazional-populista fa per la prima volta il suo ingresso nel parlamento regionale, facendo parlare i loro leader di "successo grandioso", ma è un fatto che il partito dell'ultradestra si ferma al 10,6% dei voti, come se l'ascesa giudicata fino a poco tempo fa "inarrestabile" si fosse in qualche modo arenata.
Ago della bilancio per la formazione di un nuovo governo probabilmente sono i Freie Waehler (Fw, "liberi elettori"), che con l'11,7% possono vantare un'ottima performance e che godono di una vicinanza di contenuti con la Csu sicuramente maggiore dei Verdi. Sperano anche i liberali dell'Fdp, che con il 5% dei consensi supererebbero la barriera necessaria per entrare nel Landtag (dove mancano dal 2013), mentre ne rimane fuori la Linke, il partito della sinistra guidato da Sahra Wagenknecht.
La partita delle coalizioni in Baviera
La partita delle coalizioni promette di essere molto difficile. Sulla carta sono possibili tre alleanze: quella della Csu con i Verdi, quella di una Csu che sceglie un patto "borghese" con i Freie Waehler, eventualmente allargandosi ai liberali se i numeri fossero troppo risicati. Molto improbabile, ma teoricamente possibile una coalizione che escluda del tutto la Csu: ossia Verdi, Spd, Liberali e Fw. Il governatore Markus Soeder - che ovviamente in queste ore sta sul banco degli imputati, ripetendo "che accettiamo il risultato con umiltà" - ha già fatto chiaramente di capire di preferire una coalizione "borghese" con Fw, dato che con i Verdi "le distanze sui contenuti sono grandissime".
Ma per capire l'entità del cambiamento in atto, è significativo il dato della capitale del Land: a giudicare dai primi dati disponibili, a Monaco i "Gruenen" diventano il primo partito al posto della Csu. Nei conteggi di oltre la metà dei seggi, il partito un tempo guidato da Joschka Fischer otterrebbe il 31% dei voti sul 24,5% dei cristiano- sociali. Per gli ambientalisti una crescita formidabile rispetto al 2013: più 18,9%. E per quanto riguarda i flussi, secondo un'analisi dell'emittente pubblica Ard, la Csu ha perso ben 200 mila elettori a favore dei Verdi, più di quelli confluiti invece verso la Afd e verso i Freie Waehler, in ambo i casi intorno ai 180 mila.
Quali sono le alternative di governo
Le varie segreterie (per la prima volta ci saranno sei partiti nel parlamento bavarese) si sono date appuntamenti per domattina, ma ovviamente i Verdi hanno già offerto la loro disponibilità a trattare, contando anche in questo sul favore degli elettori: secondo i sondaggi, la maggioranza dei bavaresi preferisce un patto Csu-Verdi ad un'alleanza con i Freie Waehler, che esprimono tendenze popolar-conservatrici e spesso su posizioni critiche nei confronti della Csu, ma da destra. "Noi interpretiamo questo voto come un incarico a cambiare", ha infatti detto il leader dei Verdi Robert Habeck a urne ancora calde.
"Che serata", esclama la co-leader Annalena Baerbock. Per loro è chiaro: i bavaresi hanno votato per una società più aperta, più moderna, inclusiva. Per questo il partito ecologista si presenta come il "nuovo centro", capace di interpretare il futuro in modo più dinamico anche in tema migranti, laddove la Spd a molti osservatori è parsa troppo schiacciata sulle dinamiche della Grosse Koalition, a discapito di una propria identità netta e capace di interpretare il malessere di ampi strati della società. Come prevedibile, sulla leader socialdemocratica Andrea Nahles in queste ore è cresciuta immensamente la pressione, così come sulla Grosse Koalition nel suo insieme. Il suo vice, Ralf Stegner, ha ammesso che quello di oggi è stato "un rumoroso schiaffo" dato dai cittadini alla Spd.
"A Berlino sono necessari grandi cambiamenti", ha aggiunto, altrimenti la coalizione guidata da Frau Merkel "non avrà più sussistenza". Nahles medesima ha promesso "un'attenta analisi a tutti i livelli", aggiungendo che "la cattiva performance della Grosse Koalition" rappresenta una delle ragioni del crollo del partito che fu di Brandt e di Schmidt. "è chiaro che ora qualcosa debba cambiare", ha aggiunto Nahles. Il clima è arroventato, tanto che non sorprende che la candidata di punta dei socialdemocratici in Baviera, Natascha Kohnen, non escluda le proprie dimissioni. "Dopo questa sconfitta dobbiamo parlare di tutto: e per tutto intendo tutto", ha aggiunto, spiegando che è necessario "ricostruire la fiducia nella socialdemocrazia" ma che questa "non sarà una strada facile da percorrere".
Gli altri sconfitti: Seehofer e la retorica anti migranti
Gli altri due grandi sconfitti della giornata sono ovviamente il governatore Markus Soeder e il presidente del suo partito, il ministro degli Interni Horst Seehofer, che tante turbolenze ha causato in seno alla Grosse Koalition negli scorsi mesi, a partire dalle tensioni sul tema migranti.
"È stato un giorno doloroso", ha detto Soeder davanti alle telecamere, pur ribadendo che la Csu ha avuto "un chiaro incarico a governare" . Seehofer da parte sua fa capire di essere disponibile a "discutere" del proprio futuro: "Ovviamente come presidente del partito sono corresponsabile di questo risultato elettorale. Anche se per la sconfitta ci sono molte cause, a Berlino come a Monaco".
Come sempre in questi casi, fa rumore il silenzio di Angela Merkel. Dopo soli sette mesi dalla sua rielezione alla cancelleria, lei e la sua coalizione si trovano di nuovo nell'occhio del ciclone. Anche se le tensioni tra Cdu e Csu non dovessero esplodere subito, anche se Seehofer riuscisse a mantenere il suo posto nel governo, anche se le grida dell'Afd si facessero meno rumorose (ancora oggi la leader Alice Weidel ha ribadito il suo "basta con Merkel") la svolta bavarese è un materiale altamente infiammabile per i sempre più fragili equilibri di Berlino.
Le reazioni al voto tedesco, in Italia
Dall'Italia il voto è visto con sfumature diverse. M5s e Lega esultano. "A maggio l'Europa cambierà volto! Vi ho sempre detto che stava per arrivare un terremoto politico anche in Europa. Il voto in Baviera è solo un anticipo di quello che succederà", ha commentato il leader pentastellato, Luigi Di Maio. Sulla stessa linea Matteo Salvini: "In Baviera ha vinto il cambiamento e ha perso l'Unione Europea, il vecchio sistema che malgoverna da sempre a Bruxelles. Sconfitta storica per democristiani e socialisti, mentre entrano in tanti, e per la prima volta nel Parlamento Regionale, gli amici di Afd. La segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, punta sul binomio "donna e verde".
"È questo il futuro dell'Europa, come racconta il voto in Baviera. La crescita esponenziale dei Verdi è un dato politico positivo e incoraggiante dopo settimane di narrazione sulle paure provenienti dalla regione più ricca della Germania. Gli elettori hanno premiato chi vuole dare coraggio invece che instillare paura".