Nuova batosta per la Cdu della cancelliera tedesca, Angela Merkel, e per la Spd, sua alleata nel governo nazionale. Dopo la Baviera, è l'Assia a rivelarsi impietosa per la coalizione di governo (GroKo) e a confermare il momento esaltante dei Verdi in un voto che premia anche il partito di ultradestra AfD, che balza al 13%. Mentre incombe lo spettro di un voto anticipato se dovesse saltare l'asse Cdu-Spd, la cancelliera ha annunciato le dimissioni dalla guida del partito e ha fatto sapere che non si candiderà per un nuovo mandato nel 2021 e che non cercherà incarichi ai vertici dell'Unione Europea.
"L'immagine del governo è inaccettabile"
In conferenza stampa, Merkel ha dichiarato che aveva deciso già prima della pausa estiva del Parlamento di non ricandidarsi come presidente della Cdu. "Come cancelliera ho la responsabilità di tutto, per quello che riesce e per quello che non riesce", ha spiegato, "è giunto il momento di aprire un nuovo capitolo: non mi ricandiderò come presidente della Cdu, questo quarto mandato è l'ultimo come cancelliera, non mi ricandiderò al Bundestag nel 2021 e non voglio altri incarichi politici". "È chiaro che cosi' non si puo' andare avanti, l'immagine del governo è inaccettabile", ha aggiunto la 64enne leader della Cdu. La Merkel è presidente dalla Cdu dal 2000 e dal 2005 è cancelliera, incarico con cui ha guidato quattro governi. In pista per la successione alla guida dell partito ci sono la segretaria generale, Anngret Kramp-Karrenbauer, la 'protetta' della Merkel, l'ex capogruppo Friedrich Merz, e il ministro della Salute, Jens Spahn, molto critico vero l'attuale linea politica.
Crescono tutti, tranne la GroKo
Nel Land centro-occidentale che include Francoforte, capitale economica della Germania, l'Unione cristiano democratica (Cdu) incassa la peggiore sconfitta dal 1966 fermandosi al 27,3% e perdendo 11 punti rispetto alle elezioni di cinque anni fa, secondo i primi dati diffusi dalla Zdf, seconda emittente televisiva pubblica del Paese. I socialdemocratici (Spd) calano invece al 19,1%, ossia 11,1% in meno rispetto al 2013, peggior risultato in Assia dal 1946. La leader Spd, Andrea Nahles, ha ammesso che la sconfitta è dovuta alla situazione interna al partito, ma anche attribuito una "considerevole responsabilità" al lavoro della coalizione di governo nazionale: non cita Horst Seehofer ma è chiaro il riferimento al ministro dell'Interno che ha già fatto traballare il governo due volte. Gli exit poll confermano anche la grande ascesa dei Verdi (Grune), che in questo Land governano con la Cdu e che hanno ottenuto il 19,6%, che significa +8,5% rispetto alle ultime elezioni. "L'Assia non è mai stata così verde, siamo felici di questo storico miglior risultato" in questo Land, ha commentato la leader Annalena Baerbock. L'AfD balza al 12,6% (8,5% in più di cinque anni fa) e raggiunge uno dei suoi obiettivi, entrando nell'ultimo dei 16 Parlamenti regionali. La Linke (sinistra radicale) ottiene il 6,4%, mentre i liberali (Fdp) il 7,7%, dal 5% del 2013.
E adesso?
La frammentazione emersa da questo voto aprire un ventaglio di scenari. Bouffier ha parlato di perdita di voti "dolorosa" da prendere molto seriamente e ha tirato in ballo il malcontento verso la grande coalizione. La Cdu potrebbe bissare il governo con i Verdi, ma al momento senza la maggioranza assoluta, potrebbe (in attesa dei risultati) aver bisogno di un nuovo partner, forse i liberali il cui leader regionale, Rock René, si è detto pronto a trattare per una coalizione a tre, che però a livello federale ha già fallito a settembre del 2017. Possibile anche una coalizione tra Cdu e Spd, come quella che attualmente governa il Paese, ma è questa l'opzione meno desiderata dagli elettori, dicono i sondaggi. Altra ipotesi, un governo formato Verdi, Spd e sinistra radicale, guidato dai primi o dai secondi, o ancora un'alleanza tra socialdemocratici, Verdi e liberali, guidata da Spd o dai Verdi.