La Brown University, uno dei college della prestigiosa Ivy league americana, ha trovato un modo per azzerare il pesante debito che poggia sulle spalle dei suoi studenti. In che modo? Con una raccolta fondi lanciata a settembre cui hanno aderito oltre 2000 persone le quali hanno donato 30 milioni di dollari. A questi - ha fatto sapere l’ateneo – se ne aggiungeranno altri di milioni, finanziati dalla stessa Brown per raggiungere il tetto di 90 milioni, gran parte dei quali saranno destinati a borse di studio. Ciò vuole dire, insomma, che le tasse restano alte, ma oggi è possibile accedere ai cosiddetti “aiuti finanziari” che permettono di abbassarne la soglia o di azzerarla del tutto. Il risultato è che l’anno prossimo gli studenti dell’università non pagheranno un centesimo, a patto di impegnarsi per ottenere la borsa di studio. E considerando il prestigio dell’università e il costo del corso di laurea di un’università di alto livello, come la Brown (250 mila dollari) sarà difficile trovare studenti demotivati.
Le ricette di Harvard, Yale e Princeton
L’ateneo – che si trova a Rhode Island – non è il primo della Ivy League ad aver attivato politiche anti-debito: prima della Brown erano stati Harvard, Yale e Princeton ad andare incontro agli studenti, anche tenendo conto del reddito familiare. Ecco come:
Harvard: Con il nuovo sistema le famiglie dal reddito annuo inferiore a 60.000 dollari potranno far studiare i loro figli nel più famoso tempio del sapere americano a costo zero, mentre quelle con un reddito compreso tra 120.000 e 180.000 dollaro pagheranno circa il 10% dei loro guadagni (oltre un terzo in meno di ciò che avrebbero speso in precedenza). Un bel passo avanti se si considera che, secondo un calcolo dell’ateneo, attualmente i costi totali di frequenza ammontano a circa 45.600 dollari annui, di cui 31.500 dollari di retta universitaria (senza detrazioni).
Yale: Il nuovo sistema di calcolo delle rette adottato dall’ateneo del Connecticut è basato su reddito familiare, numero di figli e patrimonio. Anche in questo caso, sotto i 60.000 dollari di reddito gli studenti vengono esentati dal pagamento. La percentuale di detrazione si riduce poi progressivamente, ma anche le famiglie che possono contare su 180.000 dollari annui hanno visto le rette ridotte del 33%: pagheranno da 23.000 (se hanno solo un figlio all’università) a 11.650 dollari (se i figli sono due).
Princeton: Studiare nell’antica università in cui insegnò anche Albert Einstein costa 47.375 dollari all’anno, di cui 33.000 dollari rientrano nella voce ‘tasse’. Da qualche anno, però, le famiglie con un reddito inferiore a 53.500 dollari ricevono aiuti tali per cui si trovano a pagare di tasca loro da 500 a 3000 dollari, o addirittura nulla nel caso in cui vengano combinate più borse di studio. Perfino chi dispone di oltre 200.000 dollari può sperare in una detrazione di 12.800 dollari, sebbene venga concessa a solo un terzo dei richiedenti.
Cresce l’indebitamento universitario
Eccezion fatta per questi 4 atenei, la maggior parte delle università di alto livello ha costi altissimi. Al punto da aver reso drammatico per un giovane americano permettersi una determinata istruzione. Secondo un articolo della Stampa, sono almeno 44 milioni i cittadini americani titolari di “student loan”, prestiti contratti per accedere agli atenei a stelle e strisce, ovvero il 13% della popolazione. L’indebitamento complessivo ammonta a 1.400 miliardi di dollari, con un aumento di 833 miliardi negli ultimi dieci anni, secondo i dati di Experian.
L’indebitamento pro capite ammonta a 34.144 dollari, ovvero il 62% in più rispetto al 2007, mentre è triplicato il numero di coloro che devono ripagare prestiti per oltre 50 mila dollari. Si tratta in non pochi casi di somme che vincolano il contraente per tutto il resto della vita, tanto è vero che gli “student loan” sono attualmente il secondo debito più elevato che gli americani contraggono dopo il mutuo sulla casa. Le rilevazioni sono allarmanti, perché un numero crescente di Millennials, ovvero i nati dal 1980, rinunciano sovente a sposarsi e avere figli, o più semplicemente ad acquistare un’automobile, per i pesanti debiti universitari da ripianare. E questo causa pentimenti: il 36% degli studenti indebitati dice che avrebbe preferito non andare al college.
Le rette degli atenei pubblici sono state in media pari a 20.090 dollari per l’anno accademico 2016-2017, il 2,6% in più rispetto all’anno precedente. E per le università private l’incremento è del 3,4% con una media di 45.370 dollari. Lo Stato di New York è al 13esimo posto nella classifica dei college (“undergraduate”) più cari con 30.304 dollari di tasse di iscrizione di media, in calo del 2,7% su base annuale. Il trend è destinato a proseguire, con una legge che consente agli studenti le cui famiglie guadagnano meno di 125 mila dollari lordi all’anno di potersi iscrivere in atenei pubblici a costo zero o quasi.
In termini di tasse universitarie, è la Pennsylvania lo Stato più caro, con una media di 35.185 dollari all’anno, in rialzo dell’1,9%. Il più economico, invece, è lo Utha con 18.180 dollari.