Negli Stati Uniti gli over-60 hanno un problema con i prestiti per studenti, del valore di 86 miliardi di dollari. A rivelarlo è uno studio pubblicato dalla società di valutazione creditizia Trans Union, che rileva come questa fascia d’età abbia assistito a un incremento della sottoscrizione di debiti a sostegno della formazione del 161% negli ultimi dieci anni: record superiore a qualsiasi altra fascia d’età. In molti casi, spiega il Wall Street Journal, tali debiti sono stati contratti per migliorare la propria posizione professionale all’indomani della crisi del 2008, che ha portato nel Paese un tasso di disoccupazione record del 10% nell’ottobre 2009. Tuttavia, molti sono anche prestiti contratti per consentire alle famiglie di mandare i figli al college, investimento che non sempre è in grado di ripagarsi pienamente neanche dopo decenni.
In un sistema molto diverso dall’Italia, dove formarsi è particolarmente costoso (in media 58.464 dollari l’anno per famiglia comprensivi di tasse, spese per i libri e di trasporto), per le famiglie americane è sempre più difficile ripagare i debiti contratti per l’istruzione delle nuove generazioni. Secondo le stime del governo, questi ammontano alla cifra record di 1500 miliardi di dollari per 44 milioni di cittadini e, nel caso degli over-60, obbligano a rimanere a lungo sul mercato del lavoro o a richiedere ulteriori prestiti finalizzati unicamente a sostenere le spese correnti.
Yale (Afp)
Ma in periodo di crisi, come avvenne dieci anni fa con la bancarotta della Lehman Brothers, per l’economia del Paese non restava che investire sulla formazione. Scelta intrapresa da molti, che oggi si ritrovano a dover pagare ancora il conto di quel periodo. In media, i titolari sopra i sessant’anni d’età di un prestito di studio contano un debito di 33.800 dollari l’anno nel 2017, superiore del 44% rispetto al 2010 (senza contare l’inflazione). Situazione che obbliga sempre di più a fare affidamento sulle carte di credito o su ulteriori prestiti per garantirsi le spese correnti e di emergenza, con il risultato che a fine mese il debito è più strutturato e difficile da coprire.
Secondo i dati forniti dal governo americano infatti, i cittadini sopra i sessant’anni vantano un maxi-debito complessivo di 615 miliardi di dollari (per dare un metro di paragone, secondo le stime di Confcommercio, la manovra finanziaria italiana del 2019 varrà 17,2 miliardi di euro, circa 19 miliardi di dollari). E così aumentano anche i sempre più frequenti pignoramenti: nel 2015 gli over-60 che si sono visti trattenere delle somme di denaro dagli assegni di mantenimento o da altre forme di assistenza statale sono stati 40 mila, con un incremento del 362% rispetto a dieci anni prima.