Facebook, Telegram, Bitcoin: il primo ministro britannico Theresa May è arrivata a Davos e ci è andata pesante. Intervenuta al World Economic Forum e nelle interviste a margine dell'evento si è spinta a critiche non nuove (nei contenuti) ma mai così nette (nei toni).
Facebook e altre società, ha detto May, “non possono stare ferme mentre le loro piattaforme favoriscono abusi sui minori, nuove forme di schiavitù e contribuiscono a diffondere i contenuti di terroristi ed estremisti”. Il primo ministro ha ricordato che, nei giorni scorsi, gli azionisti di Menlo Park e Twitter si sono fatti sentire, chiedendo maggiore trasparenza sulle informazioni che riguardano "molestie sessuali, fake news e contenuti offensivi". "Gli investitori - afferma May - possono fare la differenza e li invito a farla”.
Telegram
May non si rivolge solo alle grandi piattaforme come Facebook ma anche a quelle con una platea più ridotta, che “possono diventare rapidamente covo di criminali e terroristi. Abbiamo visto che è già successo con Telegram”. Per arginare il fenomeno servirebbe una cooperazione che tornerebbe utile alle stesse compagnie, perché “nessuno vuole essere conosciuto come 'la piattaforma dei terroristi' o 'la prima scelta dei pedofili'”. Anche in questo caso, il riferimento è a Telegram, spesso accusata di agevolare il dialogo tra simpatizzanti dell'Isis e (secondo un'inchiesta di un giornale indiano) di favorire la condivisione di immagini pedo-pornografiche in alcuni gruppi.
May però fa intravedere un paradosso: per limitare la circolazione dei contenuti a rischio, vuole conferire (ancora) più potere alle piattaforme che critica. Ha chiesto infatti che i social media si facciano carico della loro “responsabilità” e usino le loro “migliori menti” per sviluppare sistemi che rimuovano automaticamente post e messaggi degli estremisti.
Bitcoin e le criptovalute
Il filo conduttore degli interventi di May a Davos è quindi il legame tra tecnologie e attività illecite. Non sfuggono neanche i bitcoin: “Le criptomonete – ha affermato in un'intervista a Bloomberg - dovrebbero essere osservate molto seriamente, soprattutto per il modo in cui possono essere usate, in particolar modo dai criminali”.
Toni più morbidi, invece, per intelligenza artificiale e robotica. Il loro impatto rappresenta “la più grande sfida del nostro tempo” per i leader del mondo politico ed economico. “Ma sono convinta sia un test che possiamo superare. Nella corso della storia, dall'energia elettrica all'industrializzazione, innovazioni inizialmente ritenute inquietanti hanno prodotto progressi inimmaginabili e abbiamo sempre trovato il modo di far funzionare le cose”.
Ottimismo anche per il futuro della Gran Bretagna fuori dall'Unione europea: May si è detta convinta che il Regno Unito continuerà ad “attrarre molte compagnie tecnologiche”. Le partnership con le società innovative sono “una grande opportunità, soprattutto nel campo dell'intelligenza artificiale”.