Era entrato negli Stati Uniti per partecipare a una gara di barbe e baffi. Ci è rimasto, negli Usa ma in prigione, con il rischio di non uscire per 20 anni. Perché Gal Vallerius, 36 anni, franco-israeliano residente in Bretagna, e munito di una lunga barba rossiccia, era stato fermato appena sbarcato all’aeroporto di Atlanta, lo scorso agosto. Agli agenti aveva detto di stare andando al campionato mondiale di barbe e baffi di Austin, Texas, dove si era iscritto nella categoria “barba lunga”. Ma non ci è mai arrivato. Subito arrestato con l’accusa di essere Oxymonster, un venditore di droga del Dark Web, nonché un moderatore e amministratore di uno dei mercati neri dell’underground più noti, Dream Market.
Ora Vallerius si è dichiarato colpevole in un tribunale di Miami. Era davvero Oxymonster. La sentenza è attesa per settembre ma l’uomo ha assunto un atteggiamento collaborativo per evitarsi il rischio di 20 anni di carcere. Tanto più che contro di lui c’erano tante prove. Anche se a bruciarlo è stato l’indirizzo bitcoin usato per ricevere “mance” dagli utenti per il suo lavoro di moderazione e per i consigli dispensati nel forum.
Il funzionamento di Dream Market
Dream Market era, ed è ancora, uno dei principali siti del cosiddetto Dark Web, dove è possibile vendere e comprare, tra le altre cose, vari stupefacenti. È anche uno dei più longevi, essendo in vita dal 2013, che è un tempo lunghissimo per un mercato di questo tipo; in genere, sono sequestrati prima o chiudono i battenti e spariscono nel nulla.
Al tempo dell’arresto di Vallerius, Dream Market contava su 94mila inserzioni, di cui 47mila di sostanze illegali. Oggi, come verificato da AGI, le inserzioni sono circa 120mila e quelle dedicate a sostanze psicoattive 63mila. Vallerius avrebbe iniziato la sua carriera come venditore di Ossicodone e Ritalin. Successivamente sarebbe poi diventato moderatore senior e avrebbe svolto funzioni da amministratore, svolgendo un ruolo critico - afferma l’accusa - nel “sostenere transazioni illecite, come il traffico di narcotici e il riciclaggio dei ricavati”. Un moderatore in questi siti si occupa di dirimere le dispute fra compratori e venditori. Dream Market offre un servizio di escrow, in cui i soldi degli acquirenti sono depositati provvisoriamente sul sito, e sbloccati al venditore solo quando la merce viene consegnata; se qualcosa va storto, intervengono i moderatori.
Offre anche un servizio di mixing, in cui i bitcoin di diversi utenti sono rimescolati fra loro per offuscare il loro tracciamento, e la connessione tra venditore e compratore. Il mercato - una sorta di eBay - incassa delle commissioni dalle transazioni degli utenti; e il suo indirizzo, così come chi lo gestisce, rimane nascosto nelle darknet, le reti anonime.
L’indirizzo che lo ha tradito
Ma basta poco per fare un errore. Come sembra aver fatto Oxymonster. Tra le informazioni messe sul forum del sito (accanto al mercato vero e proprio c’è sempre un forum collegato) era indicato un indirizzo bitcoin per mandare mance allo staff. Gli investigatori si sono messi ad analizzare le transazioni in entrata e in uscita da questo indirizzo e hanno notato che alcune andavano a finire in alcuni wallet, portafogli, controllati da un francese di nome Vallerius sul sito Localbitcoin, un servizio che permette di comprare e vendere bitcoin incontrandosi di persona.
A quel punto gli agenti hanno cercato i profili social, Instagram e Twitter, del sospettato, notando molte somiglianze col modo di scrivere di Oxymonster. L’uso di alcune parole, la punteggiatura, il doppio punto esclamativo, l’impiego frequente di punti interrogativi, e via dicendo.
Sembrerebbe un po’ debole, come prova, se non fosse che, dopo averlo fermato e aver messo le mani sul suo laptop, gli agenti americani hanno trovato, oltre al browser Tor per navigare nel Dark Web (che non è illegale ovviamente e di per sé non dovrebbe provare nulla, ma viene citato negli atti), le credenziali per Dream Market e una chiave di cifratura diffusa da Oxymonster sul mercato nero. E 500mila dollari in bitcoin, che sono stati sequestrati.