Quello della notte tra il 6 e 7 aprile è l'ultimo in ordine di tempo di una serie di interventi militari diretti degli Stati Uniti in Medioriente dal dopoguerra ai giorni nostri.
Quasi 60 anni fa il primo attacco in Libano
Il primo intervento risale al 1958, negli anni della presidenza Eisenhower, che cinque anni prima aveva approvato l'azione della CIA volta alla rimozione in Iran del primo ministro eletto Mohammad Mossadeq e al reinstallo dello Scià Mohammad Reza Pahlevi. Su richiesta del presidente Camille Chamoun, gli Stati Uniti inviano truppe in Libano, occupando anche l'aeroporto. Siamo negli anni della formazione della Repubblica araba unita (Rau) tra Siria ed Egitto, che divide il Libano al suo interno: i cristiani maroniti, con il presidente Camille Chamoun in testa, vogliono rimanere nel campo occidentale, mentre gran parte della comunità musulmana, in parte rappresentata dal primo ministro Rashid Karami, vuole unirsi alla Rau. Inizia una ribellione armata dei musulmani, e il contestuale rovesciamento della monarchia in Iraq spinge Chamoun a richiedere l'intervento americano. Le truppe statunitensi si ritireranno poi a ottobre 1958.
Nel 1986 fu la volta della Libia di Gheddafi
Trenta anni più tardi, dopo aver preso parte dal 1982 alla forza multinazionale durante la guerra civile in Libano, nell'aprile 1986 durante la presidenza Reagan, le forze aeree e navali statunitensi bombardano alcune installazioni militari nella Libia di Gheddafi nell'operazione conosciuta col nome di El Dorado Canyon, in risposta all'attacco libico ai danni della flotta Usa, che stava conducendo esercitazioni nel Golfo di Sidra.
Nel 1980, peraltro, le forze aeree statunitensi erano giunte nel Sinai nell'ambito dell'Operazione Bright Star, volta all'addestramento delle truppe egiziane, nell'ambito degli accordi di pace di Camp David del 1979 tra Egitto e Israele.
La guerra del Golfo e l'offensiva contro Saddam Hussein
Nel gennaio 1991, la guerra del Golfo: il presidente americano George Bush ordina all'aviazione militare americana - poi all'interno di una coalizione Onu - di attaccare le forze irachene che si erano appena rifiutate di abbandonare il Kuwait, alleato americano. A fine febbraio, la coalizione a guida statunitense lancia un'offensiva di terra che nel giro di cinque giorni induce al ritiro delle truppe di Saddam Hussein. L'offensiva si conclude il 28 febbraio 1991, con la morte di un migliaio di civili kuwaitiani, circa 3.000 civili iracheni, 25.000 soldati iracheni e quasi 300 della coalizione guidata da Washington.
La 'guerra al terrore' di Bush
Gli attacchi dell'11 Settembre 2001, infine, inducono G.W. Bush jr a inaugurare la "War on terror". Meno di un mese dopo gli attentati alle Torri Gemelle, prende il via l'operazione "Enduring Freedom" in Afghanistan, contro al Qaeda e i Talebani. Ad essa si aggiungerà nel marzo 2003 l'Operazione Iraqi Freedom in Iraq, condotta da una coalizione che include anche Regno Unito, Australia e Polonia, volta alla rimozione di Saddam Hussein. Il rovesciamento del regime di Saddam però non porta ai risultati sperati. Al contrario, la regione si destabilizza ulteriormente.