Roma - Si può stare immobili a guardare le atrocità di Aleppo? Si può continuare a restare inermi davanti all’eccidio di civili che si è consumato nel campo di battaglia più feroce in Siria? La giornalista e blogger polacca 32enne Anna Alboth, residente a Berlino, ha pensato che qualcosa contro l’inerzia si potesse fare, che fosse necessaria un’azione quanto meno simbolica. Così è nata #CivilMarchForAleppo, una marcia civile che questa sera partità da Berlino e che punta a raggiungere la città simbolo della guerra siriana. "Un modo concreto di mettersi in cammino verso un futuro di pace", come ha spiegato la giornalista nel suo video appello.
Guarda l'appello della giornalista:
Una marcia dei civili per i civili, una staffetta di solidarietà a tappe lunga 3600 chilometri, tre mesi e mezzo a piedi percorrendo la cosiddetta “rotta dei migranti”, ma al contratrio. Dalla Germania alla Siria, passando per la Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia, Greciae Turchia. Lo scopo dell’iniziativa è dire “no” alla guerra, “no” alle atrocità e “no” alle morti. Guarda l'itinerario
Il manifesto
“Non possiamo stare seduti ai computer e non fare niente. Non possiamo bere il caffellatte e non fare niente. Non ne possiamo più di cliccare le faccine tristi o sconvolte su Facebook e di scrivere “è terribile” e “siamo così impotenti”. No, non lo siamo! Siamo così tanti!”, si legge nel manifesto pubblicato sul sito ufficiale dell’iniziativa. (Leggi il manifesto completo)
Attorno alla Alboth si è formato un gruppo di volontari che in queste settimane ha lavorato all’organizzazione dell’iniziativa, alla logistica, alla sicurezza, promuovendo la marcia sui social, e ora si aspettano migliaia di partecipanti che si aggregheranno lungo il cammino. Il gruppo è partito da Tempelhof, l'antico aeroporto della capitale tedesca i cui hangar sono stati trasformati nel più grande centro di accoglienza della Germania, capace di accogliere circa 2.000 richiedenti asilo. La "Civil March for Aleppo" ha avuto inizio nella pista dello scalo, che dal 2008 e fuori servizio. Sono 2.700 i volontari che si sono uniti all'iniziativa della giovane giornalista, madre di due figli, che così vuole denunciare la brutalità del conflitto e inviare agli abitanti di Aleppo un segnale di solidarietà e vicinanza. "Non ne possiamo più di stare a guardare e sentirci impotenti. Vogliamo mettere pressione, spingere gli esperti a trovare al piu' prestro una soluzione. I civili ad Aleppo e in tutta la Siria devono essere protetti e messi in grado di ricevere aiuto", si legge sulla pagina Facebook dell'evento sulla quale è disponibile anche un vademecum su come ci si deve attrezzare, considerato il clima rigido dei Paesi che attraversera' la marcia. L'attivista e i suoi volontari sono partiti con l'obiettivo di percorrere 20 chilometri al giorno e quindi di arrivare al confine siriano in circa tre mesi e mezzo. Tutti i cittadini di qualunque Paese sono invitati a partecipare, anche solo per un giorno.
Gli obiettivi della marcia
Pensata prima dell’attentato del 19 dicembre al mercatino di Natale di Berlino, questa marcia si è ora trasformata in una manifestazione contro ogni forma di guerra e di violenza, che va a unire idealmente due città-simbolo.
Questi gli obiettivi dell’iniziativa, elencati nel manifesto degli organizzatori:
- Fine dei bombardamenti sui civili in Siria.
- Creare un corridoio umanitario.
- Dimostrare solidarietà riguardo la situazione dei siriani
- Portare l’attenzione delle persone a ciò che sta succedendo in Siria.
- Dar vita a dibattiti, interessi, commenti, anziché scorrere soltanto la bacheca delle notizie su Facebook.