Sfilano a Pechino i capi delle province della Cina, giunti nella capitale per partecipare al diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, mentre Xi Jinping consolida il suo pensiero come guida del partito. Nelle spaziose aule della Grande Sala del Popolo, su piazza Tian’anmen, si sono riunite le delegazioni provenienti dalle varie province e città con status di provincia (Pechino, Tianjin, Shanghai e Chongqing). Alcuni dei capi del partito a livello provinciale sono tra i candidati ritenuti favoriti a unirsi a Xi nel Comitato Permanente del Politburo, il vertice massimo del Pcc, che uscirà dal primo plenum del nuovo Comitato Centrale eletto dal Congresso.
Nell’atmosfera ovattata della Grande Sala del Popolo, i delegati delle province si riunivano contemporaneamente in aule diverse. Alla Beijing Hall era di scena la delegazione di Pechino, capeggiata dal capo del Partito Comunista della capitale, il leader politico di più alto livello della città, Cai Qi. Cai ha fatto capolino nella sala pochi minuti prima dell’inizio della riunione per poi scomparire di nuovo dietro una porta. All’ora precisa in cui era previsto l’inizio della riunione è entrato in sala, si è seduto, e ha dato brevemente il via alle discussioni, dando la parola ai delegati della capitale. Sullo sfondo, una grande immagine di Pechino ripresa da piazza Tian’anmen, secondo il nuovo piano urbanistico da poco varato.
In ogni discorso pronunciato dai delegati è comparso, almeno una volta, un riferimento al presidente cinese, Xi Jinping. Cai, dipinto nei mesi scorsi dalla stampa di Hong Kong come un leader dinamico e distante da un atteggiamento ingessato vecchio stile, ha ascoltato i delegati parlare, intervenendo brevemente solo alla fine dei discorsi con qualche eventuale annotazione. Il suo nome circola tra quelli papabili per un posto al Politburo, il vertice composto di venticinque membri del Pcc, in qualità di capo politico della capitale, e viene generalmente considerato un alleato importante di Xi, ma forse non al punto da sedere nel Comitato Permanente, dove, invece, diversi osservatori della scena politica cinese pensano possa trovare posto l’attuale capo del partito di Chongqing, Chen Min’er.
Hu Chunhua, il possibile delfino
Il leader di Chongqing, che ha sostituito a luglio scorso lo squalificato e successivamente espulso dal Pcc, Sun Zhengcai, si è contraddistinto per uno stile più incisivo. Chen ha dato il via ai lavori con un discorso di dodici minuti, secondo il resoconto del quotidiano di Singapore The Straits Times, in cui ha sottolineato i “risultati storici” raggiunti dal partito sotto la guida di Xi Jinping. Alla chiusura del meeting ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sul suo predecessore: bisogna “eliminare con risolutezza la sua cattiva influenza”, ha detto Chen. L’attuale capo di Chongqing viene generalmente visto come uno dei principali leader della sesta generazione di politici cinesi, destinati a posti di vertice a partire dal 2022, assieme a Hu Chunhua, capo della provincia sud-orientale del Guangdong: il suo stile è stato molto più pacato, racconta sempre il quotidiano di Singapore, con pochi interventi durante le tre ore di discussioni. Hu, 54 anni, è il più giovane membro del Politiburo, e viene visto come il possibile successore a Xi, nel caso in cui il presidente cinese intenda scegliere un successore alla guida del partito e dello Stato a partire dal prossimo Congresso, il ventesimo, che si terrà tra cinque anni. Oggi, però, sono in pochi a scommettere su questa ipotesi.
Si stende la lista dei candidati
A tre giorni dall’inizio dall’evento, il Congresso è giunto alla seconda riunione del presidio, l’organo decisionale, con a capo Liu Yunshan, che è anche segretario generale del Congresso. La riunione di oggi, secondo quanto riferisce l’emittente televisiva statale China Central Television, ha lo scopo di delineare la lista di candidati al prossimo Comitato Centrale del partito e alla prossima Commissione Disciplinare, i due organi che verranno eletti al termine del Congresso, e di discutere i rapporti presentati dall'attuale Comitato Centrale e dall’attuale Commissione Disciplinare. In fase di discussione anche l’emendamento alla costituzione del partito, nella quale è ampiamente previsto l’inserimento del contributo ideologico del segretario generale del partito, Xi Jinping, presente alla riunione. La prima riunione del presidio si era tenuta il 17 ottobre scorso, alla vigilia dell’apertura del Congresso, ed era servita per fissare il numero di delegati , 2280. Al termine della prima riunione venne comunicata anche la data di chiusura del Congresso, il 24 ottobre prossimo.
Il pensiero del leader
Il contributo ideologico di Xi Jinping ha oggi un nome, comparso sui media cinesi. “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”. Dell’introduzione di questo concetto, Xi ha parlato di fronte ai delegati della provincia del Guizhou, nel sud della Cina, la provincia che lo ha eletto tra i delegati al Congresso nella primavera scorsa. “L’evoluzione della principale contraddizione che affronta la società cinese rappresenta un cambiamento storico che riguarda l’intero contesto”, ha dichiarato Xi in parole riprese dall’agenzia Xinhua. Il riferimento alla “principale contraddizione” riprende il discorso di mercoledì scorso, in cui Xi aveva fatto riferimento a uno sviluppo “non equilibrato e inadeguato” della Cina e agli sforzi che il partito deve fare per migliorare le condizioni di vita della popolazione, uno dei punti chiave del suo discorso al Congresso.
Il pensiero di Xi si compone di 14 punti, il primo dei quali, “garantire la leadership del partito”, dice espressamente che “Il partito esercita la leadership complessiva su tutte le aree di impresa del Paese”. Gli altri punti prendono in considerazione aspetti anche molto diversi tra loro:
- Impegnarsi in un approccio che ponga il popolo al centro dell'azione
- Continuare nell’approfondimento complessivo delle riforme
- Adottare una nuova visione per lo sviluppo
- Constatare che è il popolo che guida il Paese
- Garantire che ogni dimensione della governance sia fondata sulla legge
- Sostenere i valori socialisti chiave
- Assicurare e migliorare gli standard di vita attraverso lo sviluppo
- Garantire armonia tra l’uomo e la natura
- Perseguire un approccio olistico alla sicurezza nazionale
- Sostenere l’assoluta leadership del partito sulle Forze Armate del popolo
- Sostenere il principio “un Paese, due sistemi” e promuovere la riunificazione nazionale (rivolto soprattutto a Hong Kong e a Taiwan)
- Promuovere la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità
- Esercitare una piena e rigorosa governance sul partito.
Questi 14 punti, ha dichiarato Xi Jinping durante il discorso di mercoledì scorso “formano la politica di base che sorregge le nostre attività per sostenere e sviluppare il socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era”.